2019, evitare l’Odissea nel progetto Alta Irpinia

Dopo 5 anni circa dall’annuncio del progetto pilota per l’Alta Irpinia, e nella fase attuativa dell’accordo di programma quadro per i Comuni, inizia il tempo dei primi bilanci. Che la strategia non sia ancora stata compresa dalla comunità, e a volte dai sindaci stessi, è un dato incontrovertibile: del resto lo stesso presidente dell’assemblea, Ciriaco De Mita, continua a invitare i colleghi amministratori a calarsi nei paesi e spiegare cosa si è fatto, cosa si sta facendo e cosa si potrebbe fare. Alcune fratture tra i sindaci sono state sanate, vedi quelle tra De Mita e i cosiddetti dissidenti. Peccato che si aprano nuove tensioni tra le fasce tricolore. Anche i fedelissimi del presidente, o ex fedelissimi, scuotono la testa rispetto alle modalità di gestione o alla possibilità di attingere ai fondi, vedi Salvatore Vecchia o Luigi D’Angelis. E non si tratta di questioni politiche o di leadership, non solo almeno. I dubbi che un D’Angelis solleva riguardano i le risorse economiche effettive, quindi i progetti, quindi la possibilità che in Alta Irpinia si veda qualcosa di concreto. Dopo un periodo di guerra fredda con la Regione, De Mita va a Napoli e ottiene le rassicurazioni che voleva: “I fondi arriveranno, c’è un impegno scritto“, ha detto nell’ultima assemblea.

Il bilancio nudo e crudo parla al momento di idee depositate nei cassetti che non hanno ancora visto la luce. Sul turismo per esempio, sul Laceno. Parla di impegni sulla viabilità non ancora attuati. Di una sanità su cui qualcosa si muove, ma probabilmente si sarebbe mossa anche senza strategia aree interne: sul punto è attesa a Nusco l’Asl Avellino per relazionare sul futuro per Sant’Angelo dei Lombardi, Bisaccia e sulla medicina territoriale in genere. Sulla scuola si aprono sedi distaccate, vedi l’Agrario a Calabritto, ma il saldo demografico resta negativo e non si capisce come a Roma, in fase di scrittura degli obiettivi per i territori pilota dello Stivale, abbiano potuto pensare all’idea “una scuola in ogni paese“. Sull’azienda forestale altri problemi: se ne è iniziato a discutere in maniera più decisa lo scorso luglio, ad oggi nulla è partito. E allora sembra davvero il caso di passare a discutere di altro, salvo poi rendersi conto che le idee-progetto presentate dai sindaci sul versante turismo e beni culturali si contino su una mano. Altro dubbio, chi paga i progettisti? Lo scontro tra De Mita e alcuni sindaci verte anche su questo. Il primo dice che se i sindaci non sono capaci di farli scrivere, quei sindaci dovrebbero dimettersi. Gli altri rispondono che non funziona così… Più che un rebus, il progetto pilota altirpino appare un puzzle appena tolto dalla scatola sotto l’albero. Pezzi che si perdono (la Regione è da tempo assente al fisicamente dal tavolo di Nusco), pezzi che si recuperano (Roma) ma che ancora non si incastrano bene forse per un difetto di fabbricazione.

Intanto manca un anno e mezzo alle nuove elezioni regionali. La speranza è che i soldi promessi dal governatore (i 200 milioni che tuttavia più volte abbiano scritto non esser tali, visto che di mezzo c’era pure la Lioni-Grotta) arrivino a incidere in maniera tangibile sui territori. Altrimenti tutto avrà il sapore di una promessa elettorale: e di questi tempi le promesse non vanno più tanto di moda. Alla fine, per evitare di cadere nell’analisi sterile, sarebbe davvero il caso che si spieghi in maniera scientifica, coraggiosa, anche oltraggiosa, cos’è che non va. Oppure cosa stia davvero funzionando. Dovrebbero farlo i sindaci, come fecero i dissidenti storici. Non con mezze frasi interpretabili o interviste studiate. Dovrebbero farlo con un manto di ufficialità, soprattutto a beneficio delle comunità che rappresentano.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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