Una mappatura delle donne che nel 1946 parteciparono al voto in Irpinia per arrivare a una raccolta di testimonianze da lasciare alle nuove generazioni. Perché troppo viene dato per scontato oggi, a partire proprio dalla grande battaglia e conseguente vittoria rappresentata dal riconoscimento del diritto di voto alle donne all’indomani della Seconda Guerra mondiale.
E’ questa la proposta emersa dal tavolo del dibattito “A 70 anni dal voto alle donne” promosso a Villa De Marco a Montella dall’associazione “La ginestra” e moderato da Ivana Picariello. Anna Dello Buono ha colto subito la sollecitazione: “Qui a Montella, ma anche a Bagnoli e Cassano Irpino, dove abbiamo alcune iscritte, ci impegneremo”.
Non solo diritto al voto ed a essere elette. La presenza del consigliera di Parità della Regione Campania e della presidente del Consiglio regionale è stata occasione utile a riflettere sulla condizione della donna oggi, dentro e fuori le istituzioni, nel mercato del lavoro e nella società. Occasione anche per ricordare le donne vittime di femminicidio a Lucca e Caserta negli ultimi giorni. “Siamo consapevoli che alla base ci sia un problema di ordine culturale – ha puntualizzato Dello Buono – per questo “La Ginestra” ogni anno promuove un concorso a tema rivolto alle scuole”.
“Non basta spingere a denunciare, bisogna prevedere strumenti di sostegno economico per le donne – ha dichiarato Domenica Lomazzo – così come l’attivazione di centri antiviolenza. L’ho chiesto al governatore De Luca e all’assessore alle Politiche Sociali Marciani, sto ancora aspettando una risposta”. La consigliera di Parità ha poi evidenziato alcuni dati dai quali emerge che l’uguaglianza di cui oggi si gode è più che altro formale, non sostanziale. A partire dalle disparità nei compensi, dalle effettive presenze nelle Giunte comunali, dall’assenza di validi strumenti di conciliazioni dei tempi di vita e lavoro che nel 2015 in Irpinia ha spinto 157 donne con contratto a tempo indeterminato tra i 18 e i 36 anni a dimettersi dopo aver messo al mondo un figlio. “La disuguaglianza – ha sottolineato – tocca tutte le età. Ad esempio, con la assurdità dell’opzione donna che consente di andare in pensione a 57 anni e 35 di contributi, ma con il sistema contributivo per cui una lavoratrice prende meno di ciò che le spetta”.
“Sono orgogliosa di essermi battuta non solo per la difesa dei diritti delle donne – ha invece commentato Rosetta D’Amelio – ma di aver realizzato qualcosa di concreto. Non c’è legge che riguardi le donne in Campania che non porti la mia firma. Certo, va fatto molto ancora sul piano dei servizi in favore delle famiglie, a partire dagli asili nido”. Poi un appello alle associazioni presenti sul territorio: “Lavorare di più insieme perché solo così si incide culturalmente”.