Voglio scrivere in prima persona, mi capita raramente. Sono stato svegliato dalle parole “Agostino è morto” e ho pianto: non mi capitava da anni. Ma scrivere di Agostino Della Gatta come di una persona buona e disponibile sarebbe scontato. Io ora non voglio esserlo per un semplice motivo: lui non era scontato. E allora preferisco pensare, ed è un pensiero triste, a quanto l’Irpinia abbia perso. Vaffanculo alla retorica e alla forma, Agostì tu eri un gigante in mezzo a tanti sciemi.
Per chi non lo avesse conosciuto, beh Agostino è stato uno dei primi a voler contare e tracciare i turisti sul nostro territorio: uno dei pochissimi a cercare di comprendere le esigenze e i bisogni dei visitatori. Si lamentava molto dell’incompetenza dei più, pure troppo. Ti lamentavi assai Agostì… Ma il suo era un lamento a fin di bene. La sua sembrava una tensione costante verso il miglioramento dei modelli, dell’accoglienza, delle strutture, delle analisi, dei paesi stessi. Insieme a tanti compagni di viaggio – io all’inizio l’ho conosciuto e frequentato con Francesco e Luciano – ha sperimentato tanto.
Mi ricordo i bicchieri di vino bevuti insieme, le chiacchierate e il fuorionda ai convegni sulla promozione di questo benedetto e maledetto territorio. Le occhiatine sarcastiche quando qualcuno le sparava grosse. E mi ricordo le telefonate classiche che ti facevo per lavoro. “Agostì sai quantificarmi il numero di visitatori che sono venuti in provincia durante questo weekend?”. “Ehhh Giù ma il problema è proprio questo. Dovremmo essere bravi a contarli ma nessuno lo fa”. Lui però tentava di farlo: attraverso la sua Irpiniaturismo o il suo albergo diffuso a Castelvetere. Tra altri mille ed un progetto.
Era geometra ma anche un po’ comunicatore. Operatore turistico un po’ ristoratore. E proprio per questa versatilità, Agostino era uno di quelli che riusciva a parlare dell’Irpinia in modo scientifico, se mi passate il termine. Non era un fissato de “la bellezza salverà il mondo”. Ma non era neanche un cinico, anzi. Era dolce, davvero. Un omone buono. E allora l’Irpinia perde veramente qualcuno di importante. Uno che meriterebbe di essere celebrato e ricordato in tutte le sedi possibili. Ma tu, Agostì, a ‘ste cazzate formali non ci andavi troppo dietro vero? Ora speriamo soltanto che il tuo impegno possa servire. La tua eredità è la passione.