Incassata la fiducia alla Camera e al Senato al Rosatellum, la nuova legge elettorale, il Partito Democratico si è concesso tre giorni di conferenza programmatica nazionale a Pietrarsa, in Campania. Nel bel mezzo del tour Destinazione Italia con il quale il segretario Matteo Renzi in treno sta percorrendo in lungo e in largo il Paese in una sorta di pre-campagna elettorale.
Dopo lo strappo con il presidente del Senato Piero Grasso, che ha lasciato il partito per non aver condiviso nel merito e nei modi la fiducia, l’ex premier ha chiuso la tre giorni campana con parole rivolte proprio ai fuoriusciti e ai possibili alleati. Il Rosatellum premia le coalizioni e l’ansia che serpeggia tra i democrat a tutte le latitudini è di non riuscire ad arrivare alle Politiche della prossima primavera con una coalizione forte. Va molto meglio al centrodestra dove, tra Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e pezzi di ciò che furono Ncd e Udc, il fronte appare già costituito e pronto alla battaglia.
Tutto ancora da fare invece in casa centrosinistra. Di qui le dichiarazioni di ieri di Renzi. “Solo un PD forte può allontanare la possibilità di un governo di larghe intese. Non rinunciamo alle nostre idee, ma fuori dal PD non c’è la rivoluzione socialista, ci sono Salvini e Di Maio”, ha detto all’indirizzo degli ex compagni di viaggio di Mdp. E ancora: “Non poniamo veti a chi è alla nostra sinistra. Discutiamo, senza visioni egemoniche. Il PD è una squadra che si candida a guidare la coalizione che governerà ancora il Paese”. Qualche ora dopo Roberto Speranza aveva già restituito al mittente la proposta, a testimonianza della difficoltà del Nazareno in questa fase di costruire un dialogo con ciò che sta alla sua sinistra.
Guardando al centro, invece, continuano le trattative con Ap, la formazione che fa capo ad Angelino Alfano, e con Scelta Civica. Ieri a Pietrarsa non a caso si è visto anche il deputato irpino Angelo Antonio D’Agostino, che del partito di Monti al Sud è uno degli uomini più forti in termini elettorali e che non ha fatto mai mistero dell’interesse a confluire nelle fila dei democrati. “Non si possono mettere veti sulle realtà che vengono dal centro”, ha sottolineato Renzi nel suo discorso. “Nessun insulto del passato per me costituisce ragione per mettere i veti. Io veti non ne metto. Non si vive di risentimenti e di rancori”, ha poi aggiunto. Parole che sembravano rivolte a un altro centrista irpino, Ciriaco De Mita che dopo aver chiuso la porta ad accordi con il centrodestra, sta lavorando per una candidatura per il nipote e deputato uscente Giuseppe. Parole però rivolte pure agli antidemitiani di casa PD.
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