Finisce in carcere uno dei giovani che lo scorso 1° febbraio aveva sequestrato, picchiato e derubato un coetaneo di Altavilla Irpina. Questa mattina i Carabinieri di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di carcerazione, richiesta dalla Procura della Repubblica di Avellino diretta da Rosario Cantelmo, nei confronti del 19enne per i reati di sequestro di persona, estorsione, lesioni personali, furto e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, con l’aggravante di essersi avvalso, nella consumazione del reato, della collaborazione di un minorenne.
Nel corso dell’attività d’indagine condotta dagli investigatori è stato accertato che alla base del grave episodio di violenza vi sarebbe un debito di droga: la vittima qualche giorno prima aveva ricevuto dagli aguzzini della sostanza stupefacente che non aveva ancora pagato. Dai 25 euro pattuiti ne venivano pretesi addirittura 200. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, hanno portato all’emissione della misura coercitiva nei confronti del 19enne che nella mattinata di oggi, dopo essere stato rintracciato nella sua abitazione, è stato tradotto nella Casa Circondariale di Bellizzi Irpino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
I FATTI – Risalgono allo scorso 1° febbraio: verso le ore 19.15 una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Avellino si portava dove era stata segnalata al 112 la presenza di un ragazzo legato ad un albero. Sul posto i Carabinieri rinvenivano un 18enne di Altavilla Irpina, dolorante e con varie escoriazioni al volto, il quale riferiva che poco prima era stato legato a un albero e malmenato da due suoi conoscenti, di cui un suo compaesano 17enne con il quale nel tardo pomeriggio, proveniente da Altavilla Irpina, era giunto ad Avellino con il pullman. Alla fermata, ad attenderli, vi era il 19enne che, con l’aiuto del minore, lo costringeva a salire a bordo dell’autovettura condotta da sua madre. Giunti presso la sua abitazione, nel garage i due aggressori lo colpivano con delle mazze di legno dopo avergli legato le mani dietro la schiena e gli infilavano un manicotto da moto in bocca, bloccandolo con del nastro adesivo, per impedirgli di chiedere aiuto. Dopo aver fumato uno spinello, i due violenti conducevano l’amico nel vicino noccioleto e, strappandogli con violenza l’orologio, gli dicevano: “…a te questo ormai non serve più”. Quindi lo legavano ad un albero non visibile dall’esterno del terreno e prima di allontanarsi il maggiorenne gli rivolgeva le seguenti parole: “Se non ti uccide il freddo ti uccido io domani”. Con tutte le sue forze il ragazzo riusciva a liberarsi e chiedere aiuto con il cellulare che aveva nella tasca interna del giubbotto. Dopo poco la pattuglia dei Carabinieri lo rintracciava nel luogo dove si era nascosto e sottoponevano a sequestro sia la corda che il tubo utilizzato per la violenza.