Arcipelago aree interne alla Biennale di Venezia

Le aree interne del Paese protagoniste alla 16esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. L’annuncio è arrivato ieri in una conferenza stampa attraverso il curatore del Padiglione Italia, l’architetto e designer Mario Cucinella.

In uno degli eventi principe per l’architettura mondiale, ci sarà spazio per le zone più remote della penisola, che si sviluppano soprattutto lungo la dorsale appenninica e già oggetto delle Strategia nazionale Aree interne, il mega programma del Governo finanziato con risorse nazionali ed europee per rilanciare i territori a rischio desertificazione riorganizzandone i servizi. “Arcipelago Italia. Progetti per il futuro dei territori interni del Paese è il nome del Padiglione italiano che metterà in mostra, attraverso itinerari e proposte, le aree interne e il ruolo dell’architettura contemporanea per il loro rilancio, cioè il modo in cui opere urbanistiche e civili riescono a intercettare i bisogni di popolazioni sempre più esigue, rispondere alla necessità di servizi, creare occasioni di comunità.

All’interno del Padiglione Italia ci saranno 5 tavoli in legno che rappresenteranno cinque arcipelaghi, frutto del lavoro di sei noti studi di design e architettura. Ognuno di essi mostrerà progetti sperimentali sui quali lavorare. Non è stata selezionata l’Irpinia, che pure era stata definita da Fabrizio Barca un “arcipelago” nell’ormai lontano 2015, ma le varie aree tematiche hanno molte affinità con essa. Ci sono ad esempio le foreste Casentinesi al confine tra Emilia Romagna e Toscana con il settore produttivo della filiera del legno, sul quale si è concentrata anche la strategia del Progetto Pilota Alta Irpinia, a partire dall’esperienza dell’area industriale di Calitri; Camerino nelle Marche, a proposito di terremoto e quindi al centro del discorso ricostruzione. Anche in provincia di Avellino l’argomento è ben noto, in grossa parte esaurito, sebbene non con gli stessi standard qualitativi ed estetici in tutti i paesi, almeno a livello architettonico e urbanistico. C’è Matera, assieme agli scali ferroviari di Ferrandina e Grassano, con il tema della mobilità veloce e lenta che pure coinvolge l’Irpinia, per il progetto tutto da concretizzare dell’Alta Capacità Napoli-Bari con la stazione Hirpinia e per quello da rendere economicamente sostenibile dell’utilizzo a scopo turistico della ferrovia Avellino-Rocchetta e delle sue stazioni. Ottana in Barbagia farà riflettere sulla longevità della popolazione e quindi sulla riorganizzazione dei servizi di cura alle persone e agli anziani, questione anche questa nota agli irpini del Progetto Pilota alla voce sanità; infine, il Belice con il progetto di recupero (non ancora terminato) del Teatro di Consagra a Gibellina, che si ricollega al grande dibattito sul turismo e sulla cultura come via per lo sviluppo dei luoghi.

Accanto alla sperimentazione, ci sarà spazio pure per la vetrina di ciò che già esiste: un itinerario di 65 piccole architetture di qualità realizzate negli ultimi anni selezionate tra le oltre 500 che hanno risposto a una call. In questo caso i nomi dei luoghi ancora non stati diffusi. “Lanciando la Biennale 2018 Mario Cucinella – è il commento di Barca su Twitter – ci dice che quando un progetto non è frutto dell’ascolto di una comunità può irrimediabilmente “far male” a noi cittadini. Per questo motivo la voce di tre milioni di abitanti delle aree interne sarà in Biennale”. 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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