Dieci posti per pazienti che vengono dal territorio, dall’assistenza domiciliare e dagli ospedali, che hanno bisogno di cure ad alta complessità perché in stato vegetativo o di minima coscienza. Apre a Bisaccia la Suap, diretta dal dottore Erminio Pace, che accoglierà malati anche dalla “Don Gnocchi”, in articolo 75 e 76. Ed è la prima struttura in Italia a nascere nell’ambito della sperimentazione nazionale Aree interne. Non nasconde la soddisfazione Maria Morgante, direttore generale Asl Avellino.
“Abbiamo coperto il fabbisogno provinciale oggi perché abbiamo una struttura in accreditamento a Pratola Serra. La Suap è a Bisaccia perché dovevamo coprire l’intero territorio, Alta Irpinia e Bassa Irpinia quindi. Ma anche – spiega – perché abbiamo colto lo stimolo della Strategia nazionale aree interne, che attraverso il Progetto pilota ci ha messo a disposizione per nuovi servizi oltre 3 milioni di euro. E infatti a breve apriremo anche l’ospedale di comunità con altri 10 posti letto. 6 ore al giorno per 6 giorni su 7 avremo medici di medicina generale. Per Sant’Angelo dei Lombardi, invece, abbiamo bisogno di 5 cardiologi. Sono a fine mandato – chiosa – e ringrazio tutti i miei dipendenti e dirigenti. Questa è l’unica struttura che apre in Italia con fondi aree interne“.
Di giornata importante per Bisaccia parla il sindaco Marcello Arminio, che rilancia: “La mia speranza è che possano nascere servizi per l’utenza generale come uno Psaut da potenziare perché rimasto un po’ sotto tono. Il mio sogno è che nello scenario dell’ospedalità questa struttura possa essere ancora di più. A Bisaccia comunque il matrimonio col Progetto pilota ha funzionato“.
In platea c’è un pezzo di area pilota. I sindaci di Montella, Andretta, Rocca San Felice, Villamaina e Guardia. Amministratori da Morra De Sanctis, Nusco e Conza. Presenti pure fasce tricolori dalla Baronia. Al tavolo il direttore del distretto sanitario Elisabetta Granata, il consigliere regionale Enzo Alaia, la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio. “Ci battevamo anni fa contro la chiusura di questo ospedale, oggi la popolazione va invecchiando e le esigenze sanitarie vanno cambiando“, dice.
Assente il presidente della Città dell’Alta Irpinia, Ciriaco De Mita. Parla a nome suo e dell’assemblea dei sindaci Stefano Farina da Teora. “Quando abbiamo capito che i fondi certi del Progetto pilota erano solo quelli nazionali, i 3,5 milioni della legge di stabilità, abbiamo voluto puntare tutti insieme sulla sanità“, ricorda. “L’apertura di questa struttura è segno di attenzione ai malati gravi e al territorio. A volte la speranza si oscura quando le strutture si chiudono, stamattina accade il contrario perché abbiamo qualcosa di utile – dice il vescovo della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Pasquale Cascio -. In pieno dibattito sul fine vita, dobbiamo chiederci quanta voglia abbiamo di stare accanto a malati come questi. Per queste persone definite in stato di bassa responsività ci vuole massima responsabilità da parte nostra – conclude -. A chi amministra con attenzione va detto un grazie civico, come cittadini“.