L’Irpinia è quel posto in cui la festa, l’evento, non entra mai subito nel vivo. Ci vuole tempo, all’inizio qualunque cosa si muova viene guardata con diffidenza, distacco, scetticismo. Da queste parti è così. A volte capita che il festival, la festa, riesca a coinvolgere. Altre volte no. Altura è riuscito a convincere molto presto. Lo fa fatto la prima sera, dopo esser passata per gli sguardi sospettosi del pomeriggio. Del resto non è che a Bisaccia si facciano ogni giorno passeggiate con canti e poesie nel centro storico. Altura è cominciato così, sotto il sole. Con gli anziani appollaiati all’ombra e poi dritti al bar. Con Franco Arminio a guidare una carovana di giovani e giovanissimi attraverso le pietre, i ruderi, gli scorci. Sommessamente, silenziosamente. Qualcuno si chiedeva cosa stesse accadendo. “E’ il festival“, rispondeva l’altro. “Ah“, controbatteva il curioso. Luoghi affascinanti, altri anonimi. Che portano i segni della ricostruzione o della devastazione.
E poi la carovana trova una danza energica e sfrenata nel piccolo teatro all’aperto, al tramonto. Fino al castello ducale, di sera. Lo spettacolo è ovunque. I violini e le coreografie, il suono delle voci che si libera nel silenzio. Il livello è alto, mai una caduta. E nei momenti morti puoi sempre trovare un angolo da osservare, contemplare. Per ammirarlo o riflettere, perché il centro di Bisaccia è un salotto ma anche un volto sfregiato. E così intorno, un panorama splendido oppure un pugno in faccia: dipende dall’angolo. Così il festival Altura ti dà la libertà di muoverti o restare fermo. I tempi sono dilatati, la piazza è vivace e all’occorrenza ti accoglie. Ci sono tanti under 30 a popolare il festival, Arminio si presenta ai visitatori sconosciuti. Stringe la mano, chiede la provenienza. E buon festival, buona permanenza.
Non c’è il caos, non giovedì sera almeno. La dimensione è quella del paese. Senza eccessi. Il festival del paesologo è al primissimo atto. Un lungo momento di arte e musica, senza l’elemento della gastronomia e dei prodotti tipici. Si consuma nei bar, nelle pizzerie e nelle vinerie del centro antico. Le camere del paese sono state riempite, si attende altra gente. E’ festival di un Sud schivo e fiero, che incuriosisce per motivi sconosciuti.
In attesa di Brunori Sas, il nome più atteso della manifestazione per un colloquio con Arminio, la giornata di oggi propone passeggiate, azioni incursione sonore. “Alcune delle attività potranno subire cambiamenti di orario e/o di location“, c’è scritto sul sito. E doverosamente vi rimandiamo al portale, nel caso. E’ un po’ come lo Sponz? La domanda sarebbe legittima, e in molti se la pongono. Forse è troppo presto per rispondere e per adesso non ci proviamo, ammesso che domanda e risposta abbiano un senso.
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