Continuano le trattative in seno al Consiglio comunale avellinese in vista della prossima seduta, quella che dopo i fatti di lunedì determinerà in modo definitivo se l’amministrazione Foti ha o meno futuro. Il gruppo del Partito Democratico fedele al sindaco (sei consiglieri infatti siedono ormai tra le fila di gruppi autonomi e un’altra, Francesca Di Iorio, ha votato contro gli assestamenti di bilancio) scrive ancora una volta alla segreteria regionale del PD e al direttorio irpino. “I consiglieri comunali del Partito Democratico, nella consapevolezza di aver fino ad oggi adempiuto al proprio dovere, corrispondendo ad un profondo senso di appartenenza alla comunità, alla rappresentanza democratica, al mandato ricevuto e alle indicazioni più volte venute dai rappresentanti istituzionali provinciali, regionali e nazionali del Partito Democratico, chiedono un atto concreto di sostegno alla linea perseguita fino ad oggi in Consiglio Comunale tesa a tutelare la dignità del Partito Democratico e del gruppo consiliare del PD che si è speso fino ad oggi, nel rispetto delle regole statutarie e nella tutela di una Amministrazione a guida Partito Democratico. Se le nostre legittime aspettative dovessero ancora una volta essere disattese ci vedremo costretti a tutelare la nostra dignità e quella del Partito stesso con atti consequenziali gravi e irrevocabili”, si legge nel documento a firma del capogruppo Giuseppe Giacobbe.
Intanto, sulla crisi al comune di Avellino interviene il Circolo Foa: “La mancata approvazione degli equilibri di bilancio avrebbe dovuto determinare le dimissioni del Sindaco Paolo Foti, per motivi di sensibilità politica e opportunità istituzionale. Al contempo si ritiene che i consiglieri comunali iscritti al Partito Democratico che hanno votato contro il bilancio, passando così all’opposizione, nonchè quelli che, con la loro assenza, hanno contribuito a determinare l’esito negativo della seduta consiliare, si siano autoesclusi dal PD. Ma ciò non risolve la questione amministrativa che ha davanti a sé l’esperienza Foti. Di sicuro l’amministrazione non è stata aiutata dall’autoreferenzialità del direttorio di via Tagliamento che, in una fase tanto delicata per la città, non ha sentito nemmeno il dovere di organizzare un confronto pubblico con iscritti e cittadini su problemi urgenti e sul futuro di Avellino. Non si capisce per quale motivo, pur di salvare a tutti i costi un mandato fallimentare, si debba dare vita a un governo con una parte dell’opposizione. Lo diciamo da tanto tempo: sarebbe molto meglio andare subito al voto piuttosto che aumentare, ancora di più, il tasso di trasformismo a sostegno di Foti. Inoltre gli avellinesi potrebbero anche cominciare a chiedersi a cosa servano le elezioni se dopo un po’ di tempo vincitori e vinti si mettono insieme. Senza dubbio la crisi del capoluogo e l’implosione delle varie anime dell’ex maggioranza mettono nell’angolo i democratici. Si ha forte il timore che se non si apre, immediatamente, la stagione dei congressi e della democrazia, con l’individuazione di gruppi dirigenti rinnovati, autonomi ed autorevoli, non passerà la nottata del Partito Democratico Irpino e difficilmente si potrà recuperare credibilità nell’opinione pubblica e nell’elettorato. Il maggiore partito della Provincia di Avellino, a questo punto, non ha più tempo nè alibi”.