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Avellino: in attesa di analisi vietato utilizzare acqua

Ad Avellino divieto di bere l’acqua erogata dalla rete idrica. Dopo controlli da parte dell’Alto Calore Servizi sull’acqua destinata al consumo umano necessario inibirne l’utilizzo, si attendono gli esiti degli accertamenti in corso all’ASL. Il divieto riguarda l’area del Centro di Avellino e sarà valido fino alla nuova comunicazione. Parametri microbiologici superiori a quelli previsti dalla normativa.

Le reazioni
Faccio appello all’Alto Calore affinché provveda ad effettuare tutte le verifiche previste dalla legge e ad adottare le misure necessarie per assicurare nel minor tempo possibile il ripristino della potabilità dell’acqua in città. Non è accettabile che i residenti del centro storico di Avellino debbano subire gli enormi disagi che derivano dalla impossibilità di usare l’acqua per uso umano, potabile e alimentare”, Lo afferma Angelo Antonio D’Agostino, componente della Commissione Ambiente della Camera. “Già da tempo – aggiunge D’Agostino – sto sollecitando la Regione e gli enti preposti affinché mettano a disposizioni più risorse per l’ammodernamento delle reti colabrodo. Interventi, questi, ormai non più procrastinabili. Intanto auspico che i residenti nel centro storico possano essere rapidamente rasserenati e messi in condizione di poter utilizzare l’acqua che esce dai rubinetti di casa”.

 

Il PD avellinese è il responsabile morale di quanto sta avvenendo in queste ore tra Comune ed Alto Calore. La vicenda culminata nell’ordinanza del Sindaco che vieta il consumo di acqua potabile, passa ogni limite di decenza in una Città nella quale ormai da anni una situazione emergenziale permanente mette in discussione gli aspetti più basilari della vita civile. L’ordinanza, scritta in un burocratese semi-incomprensibile, si traduce in una situazione di allarme diffuso tra la popolazione rispetto ad una percezione di un pericolo oggettivo. In tutta sincerità non riesco a comprendere come si sia potuti arrivare ad una situazione del genere nel 2018, in presenza di normative specifiche ed enti preposti al controllo. Questa incredibile vicenda è l’ennesimo segnale del cortocircuito politico istituzionale che stanno vivendo le nostre realtà locali”, dice Sabino Morano di Primavera Irpinia.

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