“Sfiduciare me significa sfiduciare i cittadini avellinesi”. Così Vincenzo Ciampi risponde alla mozione di sfiducia, arrivata questa mattina al presidente del Consiglio Comunale, Ugo Maggio. I 9 consiglieri firmatari, Nicola Giordano, Alberto Bilotta, Modestino Verrengia, Lino Pericolo, Nello Pizza, Costantino Preziosi, Leonardo Festa, Marietta Giordano e Luca Cipriano, hanno chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario tra meno di un mese per votare la mozione e liberare la città da quella che hanno definito una “situazione di stallo totale, non risultando avviata alcuna iniziativa o azione di governo da parte del sindaco e della giunta comunale”.
Il primo cittadino, raggiunto dalla notizia a Roma mentre era in riunione con altri sindaci pentastellati, ritiene che i tempi della richiesta siano “insoliti e sospetti”. E scrive in un post su Facebook: “Mi sono insediato il 12 luglio scorso, non un anno fa. Forse questi signori vorrebbero che il sottoscritto facesse miracoli o che ci fosse qualcuno con una bacchetta magica per risolvere i problemi che mi sono stati lasciati in eredità”.
Tra le premesse della mozione, in primis, lo scostamento politico tra il sindaco 5 Stelle e la maggioranza caratterizzata da forze politiche contrapposte, situazione che ha pesato sin dall’inizio sulla governabilità della città. Alla quale si aggiunge il rifiuto di Ciampi a qualsiasi forma di alleanza o contratto di governo e la mancanza, si legge nel documento, “di un indirizzo di governo chiaro ed univoco, di una scelta programmatica identificativa delle volontà strategiche del Movimento 5 Stelle per il governo della città di Avellino”.
17 i voti necessari a spodestare Ciampi, tra i quali quelli del Pd che, però, ha già annunciato la volontà di attendere le provinciali di ottobre prima di mettere fine al mandato del cambiamento ad Avellino.