Di certo non saranno popolari, ma le parole di Giuseppe De Mita sulla ferrovia Avellino-Rocchetta fanno riflettere. Una visione realistica, forse troppo. Ma che comunque ci ricorda qualcosa. L’Irpinia non è pronta a fare turismo. A Bagnoli Irpino, nel convegno “Quale futuro per la ferrovia?“, un lungo intervento in cui non si dice “no” a priori ma si invita a scegliere una strada senza retorica.
“E’ un pezzo di storia – esordisce De Mita -. Una linea di penetrazione, è stato un collegamento importante. Ma ora le cose sono cambiate. Noi dobbiamo coltivare la memoria e non cancellare le ragioni della trasformazione. Tutto ha un suo ciclo vitale però, quello della Avellino-Rocchetta si è esaurito in un determinato arco temporale. I mezzi di trasporto si sono evoluti, le esigenze delle persone sono cambiate. Chi accetterebbe di scendere in una stazione lontana dal paese, come quasi tutte le stazioni della tratta?”
“E’ ora di intraprendere una discussione senza retorica e senza ipocrisia – aggiunge il deputato -. Sono 12 anni che partecipo a dibattiti sulla ferrovia. Non dico che la modernità debba avere solo un approccio prettamente economico. Ma dobbiamo fare i conti con la realtà. Il ragionamento non è cavalcare la protesta né la rassegnazione. Parliamo di una strada ferrata che ha l’esigenza della messa in sicurezza. Secondo alcuni servono 60milioni di euro per non parlare delle stazioni. Perché altrove nascono le ferrovie turistiche? – si chiede De Mita -. Beh altrove la ferrovia passa nel centro dei paesi. Non ci dobbiamo arrendere di fronte alle scarse risorse ma facciamo qualche domanda. Quale è oggi la questione che si pone? Se parliamo di trasporto pubblico dobbiamo organizzare una qualcosa di enorme e poco sostenibile. Merci? Altro ragionamento.
Turismo? Io penso che l’attrattore ferrovia, da solo non muova un turista in più o un turista in meno di quelli che già vengono. Il turismo è altro, oggi esistono dinamiche varie che regolano i flussi. Il buon cibo e le chiese non bastano. Io 60 milioni di euro li metterei sul sistema dell’accoglienza, ma è solo un esempio. Poi dobbiamo renderci conto di una cosa: tra trasporto ordinario, merci e turismo tutto non può stare insieme. Diamo spesso idea di non sapere cosa vogliamo. Si scelga una delle tre strade e se ne porti avanti una, altrimenti restiamo impigliati in una memoria che non ci porta da nessuna parte. Il vero ramo secco – ha concluso – è la nostra mancanza di fantasia”.
Rosetta D’Amelio si è invece mostrata più possibilista, pur non nascondendo le difficoltà. In sala anche il regista di Ultima Fermata, Giambattista Assanti, che ha annunciato l’interessamento di Bruno Vespa per la tematica e la pellicola. E ancora Tobia Chieffo, dell’associazione Bagnoli è Amore e il sindaco di Bagnoli, Filippo Nigro.