Una sorta di processione laica quella che ha pacificamente invaso, questo pomeriggio, Corso Vittorio Emanuele ad Avellino. Era la Marcia delle donne e degli uomini scalzi, la stessa che si è vista nel resto d’Italia, utile a sensibilizzare sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione. Centinaia di persone hanno, dunque, sfilato nel salotto buono del capoluogo rivelando la sensibilità irpina sull’argomento.
La giornata, promossa dal direttore del Quotidiano del Sud, Gianni Festa,m ha visto la presenza dei vertici del comune, il sindaco Paolo Foti, il vice Elena Iaverone e l’assessore alle Politiche Sociali, Marco Cillo. “Dovremmo avere – ha spiegato il sindaco – un atteggiamento di accoglienza ragionata e non caritatevole verso queste persone che fuggono da situazioni incredibili di guerra, spaventasi per il loro futuro. In questo senso l’Unione Europea in modo razionale e non emozionale dovrà varare un piano completo di accoglienza di accoglienza e di inclusione. Circa tre settimane fa abbiamo fatto una riunione col Prefetto Morcone che è a capo dell’immigrazione presso il Ministero degli Interni, insieme ai sindaci e al governatore della Campania. La provincia di Avellino ha accolto già 860 immigrati, siamo al di sopra delle quote stabilite ma ciò non significa che non si debba dar seguito ad altri accorgimenti. Siamo in attesa di verificare alcune situazioni ma è chiaro che la città di Avellino ha un’obiettiva carenza di strutture. Con l’assessore Mele – spiega – stiamo immaginando anche dei percorsi di inclusione vera, è penoso vedere queste persone girare per la città senza avere nulla da fare. Possiamo pensare a percorsi di apprendimento della lingua, di mestieri”.