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Avellino, una storia nascosta: dibattito degli architetti sul sottosuolo

Un viaggio tra cunicoli, gallerie e scavi, un tuffo nell’antichità, per riscoprire la storia di una città, quella storia nascosta che si trova sotto ai nostri occhi. L’appuntamento con “Avellino, una storia nascosta” è per venerdì 25 gennaio alle ore 17 presso la Chiesa del Carmine con un incontro seminario promosso dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Avellino e l’Associazione Terrafuoco, da anni impegnata nel recupero delle funzioni e tradizioni del centro storico di Avellino. L’Obiettivo è quello, di recuperare gli spazi pubblici e le strutture storiche della città, creando opportunità e facendole diventare poli culturali. Al convegno, moderato da Generoso Picone, interverranno: Erminio Petecca, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino; Massimo Vietri, Presidente dell’Associazione Terrafuoco; Fabio Liberale, Associazione Terrafuoco; Luca Battista, Sotto/sopra indizi e visioni per altri usi urbani; Pippo Bombaci Zagari, Memorie in profondità; Donatella Mazzoleni, L’immaginario collettivo ed il riuso di nuclei di ri-fondazione urbana. Anticiperà il convegno un tour tra i cunicoli longobardi e il centro antico insieme all’Ingegnere Gerardo Troncone il Professore Armando Montefusco. Il tour, aperto ai cittadini e agli storici appassionati, partirà alle 15.00, per gli interessati, l’appuntamento è alle 14.45 presso la Fontana di Bellerofonte in Corso Umberto I.

Al di sotto di case e piazze, nel centro antico della città di Avellino, si dipanano ampie gallerie create dagli scavi effettuati in tempi antichi per estrarre pietre e materiali da costruzione.  Un sistema di collegamento, situato nelle viscere della terra, che in superficie collega metaforicamente i simboli della cultura avellinese: dalla Dogana a Piazza Libertà, dalla Torre dell’Orologio fino alla fontana di Bellerofonte nota come quella dei “Tre cannuoli”, con diramazioni verso il Duomo e il Castello di Avellino.

Cunicoli, cavità che oggi hanno una delle loro porte di accesso, nella “nuova”- perché mai vista e fruita prima- area di Via Seminario. Tracce di una città, archeologia medievale che ridisegna il futuro assetto urbano del centro antico.

Il “sotto” di Avellino come elemento su cui ri-disegnare l’immagine storica e culturale della città, ma soprattutto sperimentare un nuovo immaginario collettivo, una proposta progettuale figlia di questa epoca che possa vedere l’utilizzo di spazi pubblici antichi per non perderli nel tempo e farli rifiorire attraverso la cultura e l’architettura.

 

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