IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

“Noi di sponsor non abbiamo bisogno”. Questo il mantra della lista Oltre l’orizzonte. E in effetti è sembrato proprio così, a vedere con quanta sicurezza e padronanza del palco, in quel di Bisaccia, si è mosso domenica pomeriggio il sindaco uscente Marcello Arminio. Il riferimento è alle partecipazioni esterne di personaggi noti (da Rocco Papaleo a Marco Esposito) alternatisi in tre settimane di campagne elettorali durante i comizi dell’altro aspirante primo cittadino, Franco Arminio.

Proprio al paesologo, presente in sala, si è rivolto più volte, in maniera diretta e sfrontata, Arminio. “Franco, tu non ti sei candidato per metterti a disposizione della comunità, ma per fare il sindaco per conto tuo – ha esordito -. Ragioni come se fosse un fatto personale. Lo vuoi fare per una questione di marketing, di tua pubblicità. Io non sono contro di te. Io sono uno che ti vuole bene e ti dice non è cosa tua fare il sindaco. Non mi pare che dove vai, fai miracoli del resto. Ad Aliano c’erano 1000 persone prima del tuo festival, ora ce ne sono 900. Vuoi capire che fare il sindaco di un paese del Sud è una responsabilità? Significa essere un riferimento per la comunità. Hai forzato la situazione candidandoti, ma c’erano persone più adatte a questo”. La poetica delle margherite e delle vacche, di cui lo scrittore notoriamente si rende artefice, cozza con la pragmaticità del primo cittadino uscente, che ha attaccato: “Io sono una persona concreta, per me i ragazzi devono lavorare e non cantare. Uno può dire di voler allargare il museo, non che vuole metterne i reperti per le strade. Facciamo un altro camposanto?”.

Poi la scommessa: “Tu dici che non farai pagare l’energia elettrica. Manco fussi l’Enel! Ma tu per noi sei vecchio, tutto quello che proponi lo abbiamo già percorso. Io il 26 maggio vincerò, ma se tu in un anno riesci a non far pagare la bolletta, io mi dimetto. Diversamente, devi dimetterti tu dall’opposizione“. Un discorso lungo e appassionato, senza risparmio di energia e ironia. “Mi appioppi l’etichetta di democristiano come se fosse sciagura. Tu invece da che parte politica vieni?”, ha sottolineato. Poi sull’accusa di aver ottenuto poche royalties dall’eolico ha precisato: “La legge non ci consente più di richiedere soldi alle società, e se insistiamo troppo rischiamo denuncia per estorsione. Provate a chiedere ai paesi della vicina Puglia come stanno messi”. Per la lista, tra agli altri sono intervenuti, Giuseppe Ciani e Vincenzo Tanga. Il primo ha rimarcato: “Faccio politica da quando avevo 14 anni. I giovani devono e possono impegnarsi, ma non inventandosi candidature dalla sera alla mattina. Sono rivoluzionari i giovani che hanno deciso di restare a Bisaccia, quelli che hanno studiato altrove e vogliono ritornare”. Tanga invece ha evidenziato alcuni risultati ottenuti nei cinque anni di governo cittadino: “Abbiamo collocato lo Sprar nel centro del paese, abbiamo fatto davvero integrazione. Quindici persone vi lavorano, i rifugiati sono parte della comunità. Non diamo o promettiamo lavoro, ma creiamo opportunità affinché tutti lavorino”.