“L’acqua è un bene naturale e collettivo, quindi la sua tutela e valorizzazione sono esclusivamente nell’ interesse pubblico”. Tuona così il vice presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, arrivato ad Avellino, a Via Tagliamento, per discutere con i sindaci del Pd della nuova legge sul riordino del Servizio Idrico Integrato.
Il tutto a poche ore dalla pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione dello Statuto dell’Ente Idrico Campano, la nuova entità giuridica nata in Campania con la riforma del servizio idrico e dopo il secondo incontro che si è consumato questa mattina presso la Rocca dei Rettori di Benevento che ha messo a confronto i presidenti di Provincia, i sindaci e gli amministratori di Acs e Gesesa.
A chi gli chiede delle insidie nascoste nella legge risponde con chiarezza: “Questa discussione sull’acqua pubblica o non pubblica sa molto di propaganda e poco di sostanza. Ci troviamo in un territorio, quello Irpino, in cui la risorsa idrica è una delle componenti principali. E’ una risorsa a servizio dell’intera regione. Non entro nel merito delle decisioni che il territorio deve compiere, la legge regionale, però, fa una scelta chiara: costituisce un ente idrico regionale espressione dei comuni. La Regione svolge una funzione di sovrastazione appaltante delle decisioni che prenderanno i consigli di distretto dei singoli bacini idrografici. Qui abbiamo un unico bacino idrografico rappresentato dall’Irpinia e dal Sannio, sarà appunto il consiglio di distretto, e cioè i comuni di questo bacino, a decidere le scelte sulla forma gestionale ritenuta più appropriata”.
Bonavitacola va anche nel dettaglio: “La legge non prevede nessun tipo di aggregazione selvaggia. La prima previsione è quella di creare, come detto, l’ente idrico e di insediare i consigli di distretto. Poi c’è un adempimento che è previsto dal codice dell’ambiente: vanno valutate le legittimità delle gestioni in essere. Accettata la legittimità chi supererà il vaglio, potrà creare forme di integrazione e di coesione sulla base delle decisioni del consiglio di distretto. Il gestore è un soggetto attuatore di quello che decide l’ente di governo”. Il Pd sull’argomento appare spaccato: “Il Pd non ha una posizione sulle forme di gestione perché questo spetta all’espressione dei territori. Io posso dire che la prossima settimana pubblicheremo sul bollettino della Regione lo statuto dell’ente idrico, da quel momento i comuni avranno 15 giorni per deliberare l’adesione e spero quanto prima che si possano celebrare le elezioni del consiglio di distretto. Da quel momento il consiglio sarà l’ente di governo”.