Si sono incontrati sabato scorso a Contursi Terme vari sindaci di tre regioni, insieme a comitati e associazioni. Hanno chiesto, ribadito, la necessità della tratta ferrovia Calitri-Eboli, antico progetto oggi attualizzato. Dagli uffici regionali di Puglia e Basilicata erano già arrivati segnali incoraggianti. Qualche parlamentare si è già interessato al progetto. Manca la Campania però e senza la nostra regione non si cantano messe.
Sono questi i dati che emergono dal summit di Contursi: un fronte che si allarga ma che non ha ancora avuto un riscontro a Napoli. Lo hanno detto in particolare i sindaci di Calitri e Battipaglia, Michele Di Maio e Cecilia Francese. 35 chilometri il percorso. “Circa 260 milioni il costo totale dell’opera”, ha ricordato Di Maio. “Un’opera – hanno rilanciato i due amministratori – che mette in connessione l’area interna campana, lucana e pugliese. Tocca la Stellantis a Melfi e attraversa territori potenzialmente attrattivi”. Vengono citati i numeri dei visitatori di Materdomini a Caposele e della stessa Conturi, sede di turismo termale.
Ma gli interlocutori della Campania non si vedono. In effetti servirebbe un cenno, anche solo per dire “non siamo interessati”. E’ chiaro che il nuovo pressing dei territori interessati (per l’Irpinia la Valle del Sele e la zona orientale in particolare) sia ripartito all’indomani della pubblicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le possibilità vengono viste in quello schema, che tra l’altro prevede una linea ad alta velocità che passa per Battipaglia. L’idea è di incrociare la ferrovia veloce e connettersi, connettere la terra dell’osso alla costa.
Per Di Maio “ci serve assolutamente il finanziamento di uno studio di fattibilità. Abbiamo visto come senza infrastrutture la strategia nazionale aree interne non abbia prodotto risultati, i territori continuano a spopolarsi”. C’era anche il Vescovo Pasquale Cascio a Contursi, che aveva aderito all’idea qualche tempo fa e che oggi dice: “Non possiamo sempre rivendicare, la politica ci ascolti prima”. Qualcuno si dice favorevole ma appare molto realista, vedi Antonio Briscione, presidente della Riserva Foce Sele e Tanagro. “Se ragioniamo in termini di abitanti serviti dalla ferrovia andiamo in un terreno scivoloso considerato i costi della strada ferrata”. A più di due anni dalle prime firme, hanno aderito intanto 40 comuni, c’è la consapevolezza che “da oggi non si torna indietro”. Così sempre Di Maio che ha aggiunto: “Stavolta il treno non deve fermarsi a Eboli”.