Con la mostra “Calitri: architettura e paesaggio” si apre di fatto la collaborazione tra il borgo dell’Alta Irpinia e Matera 2019, Capitale europea della Cultura. “Il percorso durerà cinque anni“, dice il sindaco di Calitri Michele Di Maio dopo il taglio del nastro nella casa ex Eca. “Porteremo a Matera non solo Calitri, ma l’Alta Irpinia. Con le scuole innanzitutto. Le associazioni. Ma anche con artisti come Franco Dragone, con il sociale, l’artigianato e l’agricoltura“.
Il sindaco parla davanti agli ospiti-cugini della Basilicata. C’è il professore Antonio Conte, responsabile della convenzione. Tra le tavole degli studenti dell’Università della Basilicata, Di Maio ripercorre la genesi della partnership: “Senza il professor Conte questa convenzione non sarebbe stata possibile. Tre anni fa stringemmo i primi contatti definitivi con il gruppo della Basilicata. Alcuni ci ritenevano visionari all’epoca. Matera capitale della cultura stringe una accordo con Calitri? Con un piccolo paese di un’altra regione? E invece tutto questo è diventato realtà. Il 26 agosto 2017 firmammo la convenzione quadro, un accordo di cinque capisaldi che vanno dall’ambiente alle reti culturali, dagli spazi pubblici al turismo e alla conservazione del patrimonio abitativo”.
Intanto non sono ancora state definite tutte le iniziative sull’asse Calitri-Matera. E da una parte è un bene. Matera non può essere solo 2019 e si spera lo stesso per Calitri o l’Alta Irpinia. Non basterà portare prodotti e tradizioni nella città dei sassi. E non sarà sufficiente utilizzare l’occasione materana per dare nuova luce all’area più interna della provincia di Avellino. Di questo ne è consapevole Di Maio e in generale ne sono consapevoli gli addetti ai lavori. Come il professor Conte, che invita a “non guardare il patrimonio con distrazione. L’occasione per Calitri diventa inoltre più ricca tramite l’altro gemellaggio con Chiaromonte, realtà della Calabria. Insieme al mondo accademico c’è l’intenzione di lavorare sulla valorizzazione e sulle criticità. E sul valore dei centri storici. La gente si innamora di spazi, materiali e anche delle difficoltà. Inn questo senso la resistenza è affascinante, qui a Calitri c’è un esempio di questo“.
La mostra. Resterà a Calitri per qualche settimana. “Non sono solo disegni – premette Di Maio -. Insieme ai giovani professionisti si parte dall’esercizio teorico per arrivare a stringere dei rapporti culturali e degli scambi. In generale le scuole avranno un ruolo fondamentale in questo gemellaggio”. Quattro aree di Calitri ripensate e mostrate per una possibile rinascita. Zone di abbandono o colpite da fenomeni sismici, idrogeologici. Il legno sembra farla da padrone tra le idee degli studenti. Calitri-Matera è in divenire.