Sulla scuola non si placano le polemiche a Calitri. “Ci siamo trovati a ritirare un documento ufficiale su un banchetto esterno come quando si va a comprare la frutta al mercato”, è lo sfogo di una madre sui social. Pagelle consegnate davanti a un piazzale. Normale in epoca covid? Non esattamente, soprattutto perché qui il coronavirus c’entra poco.
Il problema, quello vero, riguarda la sede dell’Istituto comprensivo dichiarata inagibile un anno e mezzo fa. Da allora gli alunni sono stati trasferiti in altre strutture. Poi è arrivato il virus, i dubbi di Roma sulla ripartenza delle scuole, norme e distanze, con il risultato di rendere complicatissimo la ripresa delle lezioni a Calitri.
Intanto il dirigente scolastico del Comprensivo, Pietro Petrosino, ha chiuso anche presidenza e segreteria. Gli uffici erano rimasti proprio in quella sede dichiarata non praticabile per gli alunni, altro dato da sottolineare. E scrive: “Dopo diciotto mesi di responsabilità e senso del dovere, comunico agli utenti che in attesa di avere dagli organi competenti idonei spazi, gli uffici resteranno chiusi – ha spiegato -. Restiamo in attesa di soluzioni che tengano presenti le necessità dei vari ordini di scuola attraverso un lavoro sinergico tra Provincia, Comune e Scuola, per assegnare, dopo apposita conferenza di servizio, gli spazi necessari a ciascuno, auspicando che a prevalere siano gli interessi dei bambini e dei ragazzi”.
Le notizie dagli organi competenti non sono ancora arrivate, ma il 24 giugno si terrà il consiglio comunale chiesto dall’opposizione. La minoranza si era anche rivolta al Prefetto perché l’assemblea venisse convocata. E i problemi sulle scuole diventano materia da campagna elettorale. Nella perla dell’Alta Irpinia si vota per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale a settembre.