“A livello locale sono tante le urgenze, a livello sovracomunale serve ragionare di idee e non di finanziamenti”. Carmine Calvanese proverà a scalzare il sindaco uscente Gelsomino Centanni alle elezioni Amministrative del 3-4 ottobre a Calabritto. Campagna elettorale anche molto social per l’aspirante fascia tricolore, che attualmente non vive in Irpinia per ragioni professionali, ma che nel caso fosse eletto primo cittadino ritornerebbe qui.
Qual è l’urgenza che assieme alla sua lista “CostruiAmo l’alternativa” avverte per il suo paese?
Ce ne sono tante perché qui si vive in uno stato di abbandono totale, ma ne cito due su tutte. Il decoro urbano, sul quale ci stiamo confrontando con la popolazione già da tempo. Il paese è disastrato sia nel centro che nelle periferie, e in questi giorni i nostri avversari ci stanno inseguendo cercando di mettere toppe. E’ mancata totalmente la manutenzione ordinaria del paese e la responsabilità è diretta del sindaco perché aveva lui questa delega. Noi vogliamo ridare qualità della vita ai quartieri, che ormai sono dormitori senza servizi essenziali. Mancano persino le panchine, e politiche per giovani, famiglie, terza età. Penso al campo sportivo per il quale non sono stati richiesti finanziamenti, cosa avvenuta in paesi vicini, salvo poi in queste ore strumentalizzare l’impegno di un gruppo di ragazzi che stanno ricomponendo “La calabrittana”, la società sportiva. L’altra urgenza è l’assenza di politiche attive per un’occupazione giovanile stabile che vada oltre le promesse elettorali.
Questo però, converrà con me, è un problema che va affrontato anche in un’ottica sovracomunale.
Senz’altro, bisogna ragionare su due piani. Lo sviluppo turistico è una strada e in questo senso è necessario ragionare assieme a Caposele e Senerchia. Noi siamo un territorio cerniera, non siamo Alta Irpinia e neppure Alta Valle del Sele. Ma siamo strategici per il tema dell’acqua e per la presenza di Materdomini. Io immagino un nuovo protagonismo per l’area, partendo da quanto di buono è stato fatto in questi anni da realtà associative. Penso all’Oasi della caccia, portata avanti da volontari, o ai percorsi trekking sui quali stanno impegnandosi alcuni giovani. Quest’anno sono arrivati più di 5mila visitatori, ma si muovono spesso senza coordinamento. Vanno invece messi a punto dei pacchetti turistici, una filiera con le terme di Contursi e Valva, un calendario unico di eventi: così si crea lavoro.
E l’altro piano quale sarebbe?
Il turismo non basta. Quindi bisogna intervenire sulle attività produttive, incentivando l’auto-imprenditorialità o attraendo con bonus sulla fiscalità locale investitori dall’esterno, nell’area Pip ed ex prefabbricati, che vanno urbanizzate. Per professione mi occupo di finanza agevolata, conosco misure per l’agricoltura e non solo, da Resto al Sud al Psr. Il messaggio di fondo che vogliamo dare è che nelle regole si tutelano i diritti di tutti, nell’assenza delle stesse invece prevale la logica del contentino.
Tornando al livello sovracomunale, se dovesse essere eletto sindaco, lei entrerà a far parte dell’assemblea del Progetto pilota Alta Irpinia. Che opinione si è fatto in questi anni e con quale atteggiamento siederà a quel tavolo?
Avrò lo stesso approccio che sto utilizzando per Calabritto: non basato su appartenenze politiche, ma su idee. Spero possa innescarsi una dinamica collaborativa tra amministrazioni giovani, non per dato anagrafico esclusivamente, ma per mentalità. Ragionare di finanziamenti senza che quei soldi traccino una prospettiva, non serve. Io sono per l’abbattimento dei campanili e la costruzione di ponti, il che significa che i fondi che arrivano in un Comune dovrebbero portare beneficio anche ai paesi vicini. Solo così può esserci un nuovo protagonismo altirpino, un protagonismo di cui dovremmo farci carico noi. L’inevitabile declino politico di Ciriaco De Mita e Rosetta D’Amelio, ognuno per il ruolo che ha avuto, sta lasciando un grande vuoto in questo territorio che non può essere riempito da nuovi personaggi arrivati da Avellino. Deve venire da qui. Io mi ritengo un libero pensatore di sinistra, ma sono una persona che non si chiude in recinti. Non possiamo ragionare con gli schemi della politica di 40 anni fa.
Come giudica l’operato del suo avversario all’interno del Progetto pilota?
A me risulta si sia molto impegnato nella richiesta di fondi per il collegamento Calabritto-Laceno. Noi su questo argomento siamo molto scettici. Intanto, perché si pone un problema di tipo ambientale, con un intervento importante nella nostra montagna. Poi ci chiediamo: considerando che il Laceno è sempre più una cattedrale nel deserto, siamo sicuri che quella strada serva e sia strategica? Per noi sarebbe più logico mettere a sistema ciò che abbiamo sul nostro territorio, il borgo di Quaglietta e la risorsa montagna, creando servizi tra queste due entità. E quando dico servizi non parlo dell’info point previsto dal programma di Centanni. Faccio un esempio: a Calabritto non abbiamo alberghi, ma tante case sfitte che possono essere messe in rete con un’agenzia immobiliare pubblico-privata.
Che tipo di accoglienza sta ricevendo dai suoi concittadini?
Non so se la nostra lista sarà vincente, ma c’è entusiasmo, seppur sotto traccia. Stiamo ascoltando proposte, non abbiamo le soluzioni in tasca, non facciamo promesse. Comunque vada, stiamo gettando un seme per la nascita di una nuova classe dirigente nel nostro paese, pur avendo con noi candidati con esperienza, indispensabile. Ci definiscono “alternativi”, bene. Mostreremo due video in questo finale di campagna elettorale: uno in grigio è la Calabritto di ciò che non va, l’altro a colori è la Calabritto delle potenzialità.