Confronto, o quasi, a palazzo Caracciolo. Assemblea sugli ospedali. Sull’atto aziendale dell’Asl adottato il 13 settembre, che ha trovato l’opposizione delle comunità di Sant’Angelo dei Lombardi, Solofra e Ariano. Mancano però i consiglieri regionali e manca anche la manager dell’Asl, Maria Morgante. Quest’ultima convoca un summit parallelo nei suoi uffici e il secondo vertice surriscalda il clima.
La prima ad arrivare in Provincia è Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei tre comuni delusi dall’atto e dalle assenze. Per la Regione c’è solo Francesco Todisco. “Assenze che dimostrano un evidente disinteresse al confronto – ha esordito la Repole -. Il lavoro di creazione di una comunicazione fatto dal presidente Gambacorta oggi subisce una sosta”. Il primo cittadino ha poi espresso la sua posizione in merito all’atto: “Non amo ricorrere alle vie giudiziarie, per cui mi auguro che entro fine mese questo confronto ci possa essere. I sindaci non si vogliono lamentare, né assumono atteggiamenti demagogici, come ha detto il governatore De Luca. Non vogliamo neanche distruggere l’atto aziendale, vogliamo solo che l’ospedale in Alta Irpinia, il quale pronto soccorso serve 25 comuni, funzioni bene e non a metà”. Sottolineata la necessità di un numero maggiore di medici che possano garantire i turni e del superamento di un sistema di convenzioni che diminuisce la qualità e aumenta i costi aziendali. “De Luca ha sempre detto che i piccoli ospedali vanno difesi, e difendiamoli. La mia richiesta è fare in modo che si abbiano certezze attuative rispetto quanto previsto”, ha proseguito Repole che ha poi aggiunto: “Spero in un altro consiglio provinciale, per avere la certezza che chi fa da filtro per la regione ascolti e riporti le giuste notizie. E non che i sindaci vogliono l’ospedale sotto casa”.
Presenti all’incontro anche il presidente dell’Ordine dei medici di Avellino, Giuseppe Rosato, che ha ribadito la necessità di creare una rete di interdipendenza tra il pronto soccorso degli ospedali di Solofra, Sant’Angelo, Ariano ed Avellino, per assicurare una risposta adeguata all’emergenza. Sottolineando come questa problematica debba essere priorità della regione e non della provincia.
Il presidente Mimmo Gambacorta aveva convocato la dirigente Asl e la regione lo scorso martedì nell’intento, come egli stesso ha spiegato, di raffreddare il clima di tensione: “Il confronto di oggi sarebbe dovuto servire a trovare una soluzione. Ero convinto della partecipazione dei consiglieri regionali e invece questa mattina sono impegnati in un’altra riunione. Un confronto mancato, ma necessario, per trovare un punto di incontro nel lungo discorso sulla riorganizzazione ospedaliera già fatto a maggio del 2016”.
Anche il sindaco di Solofra, Michele Vignola, ha parlato di un’occasione persa che va ad alimentare la sfiducia dei sindaci nei confronti degli enti sovracomunali. Ha lamentato la riduzione dei posti letto del Landolfi, da 131 a 104, compresi i 4 di terapia intensiva citati nell’atto ma che ancora non esistono. “Una riduzione assurda – ha dichiarato – perché ogni giorno l’affluenza è sempre maggiore. Per non parlare della mancanza di anestesisti che costringe a bloccare spesso la sala operatoria. In più c’è in bilico anche il punto nascita che quest’anno va verso i 600 parti. Di 10 unità operative complesse, ne è stata recuperata solo una e ora vogliono sopprimere anche ortopedia che conta circa 1200 interventi l’anno. Con tutte queste azioni, il Landolfi chiude. Cerco di non imboccare la strada del ricorso amministrativo ma non lo escludo anche se ci vede sfavoriti. Ma ci devono consentire un confronto entro 30 giorni”.