Carbonara è un posto che non ti aspetti. Non ti aspetti di trovarlo lì, su una strada che tra distese giallo oro e foreste porta da Aquilonia a Monteverde. Le pale eoliche sui profili delle colline e le casette diroccate del borgo distrutto dal terremoto del Vulture del 1930.
Viene subito alla mente Conza vecchia (leggi qui). Anche qui infatti dopo il sisma il paese venne spostato, preferendo in questo caso un punto più alto. Carbonara quindi è diventato un luogo potenzialmente turistico, da scoprire. Questo l’intento di chi diversi anni fa fece ricorso a risorse europee per recuperare l’originario tracciato urbano. Il progetto porta la firma di Donato Tartaglia, scomparso nel 2015. Il risultato è un parco archeologico, con tanto di cancellate a delimitarne il perimetro: ne fanno parte resti di un castello e di chiese.
I cancelli però risultano aperti e come se non bastasse è stato praticato anche un foro nella recinzione. Inutile sottolineare che visitare l’area è assolutamente gratuito. E le polemiche non mancano. “Di archeologico quel parco ha poco – commenta Enzo Tenore, architetto locale – L’uso del termine è quanto meno inappropriato. Senza parlare del fatto che il progetto prevedeva un sistema di bigliettazione, che ad oggi non è stato realizzato. Se consideriamo anche il recupero di Palazzo Alibino, sede del museo delle Città itineranti, e Palazzo Vitale sono stati spesi diversi milioni di euro per gli interventi”.
Tenore, assieme agli architetti e ingegneri di +tstudio, è tra gli ideatori del progetto E.colonia. Nato nel 2006, vuole recuperare il borgo di Carbonara realizzando “capsule” abitative (nella foto in basso) ad alta efficienza energetica, utilizzando il legno e interventi reversibili, che assicurano un migliore comportamento alle azioni sismiche. L’obiettivo finale è la creazione di un distretto dell’artigianato 2.0 che coniughi la nuova sapienza costruttiva dei designer con la conoscenza pratica degli artigiani. Un modo per ripopolare un’area con basso impatto ambientale, costi modesti e la possibilità di generare nuova economia e sostenere quella già esistente.
“Il progetto ha ormai undici anni. Abbiamo ottenuto vari riconoscimenti e realizzato anche un libro e un film con regia di Michele Citoni – spiega Tenore – ma per l’ennesima volta è tutto fermo. E.colonia per il nostro studio non è sostenibile finanziariamente“. Più volte nel corso di questo decennio +tstudio è andato alla ricerca di soggetti pubblici o privati che potessero finanziare gli interventi. “Ci abbiamo provato innanzitutto con i privati, locali e non. Abbiamo dovuto constatare che menti illuminate nell’imprenditoria però ve ne sono poche – continua l’architetto ambientalista, a lungo impegnato anche nella battaglia contro l’eolico selvaggio in Irpinia d’Oriente -. Finalmente qualche anno fa il nostro cammino ha incrociato quello del Gal Cilsi: l’incontro è stato l’innesco della fase sperimentale del progetto con la realizzazione di un workshop che ha consentito di verificare la sostenibilità di una scuola di design a Carbonara, a Borgo Croce“.
Il workshop, cui presero parte designer di fama internazionale, fu una sorta di prova generale certificando la bontà dell’idea che contemplava anche l’allestimento di una stanza degli arredi irpini. “Avevamo trovato finalmente nel Cilsi un partner istituzionale credibile – sottolinea Tenore – Le note vicende politiche e amministrative hanno però bloccato nuovamente tutto”. Il riferimento è al ridisegno dei Gal avvenuto l’estate scorsa e che ha visto Aquilonia uscire dal Cilsi e approdare in un altro gruppo di azione locale.
Parallelamente, E.colonia non ha raccolto adesioni neppure tra gli amministratori locali. “Siamo fermi per mancanza di risorse anche perché il progetto non è stato inserito tra le domande di finanziamento del Psr. Nel frattempo abbiamo opzionato una casetta in cui provare a sperimentare in autocostruzione, entro l’anno, la realizzazione della capsula abitativa. Vogliamo dare materialità a un progetto di architettura passiva che per adesso è soltanto immateriale. Abbiamo esperienza e competenza, ma da soli non possiamo concretizzare l’idea”.