Raggiungere la Dop sarà molto difficile, meglio concentrarsi sulla Igp. Il Carmasciano a un bivio, il formaggio come tutta la zona tra Rocca San Felice e Guardia Lombardi, sei comuni in tutto e poco più di 4000 capi di bestiame. A settembre il tavolo ministeriale per il marchio di tutela. Ma, come detto, la denominazione di origine protetta sarà un miraggio. Lo hanno ricordato politici e tecnici a Rocca San Felice giovedì scorso. Con parole diverse, certo. Ma la sostanza non cambia. C’è chi, come i parlamentari Luigi Famiglietti e Massimo Fiorio, ha parlato di un percorso tortuoso a livello burocratico. Chi come i veterinari, c’era il presidente Vincenzo D’Amato, ha frenato sulla precedente proposta della Dop individuando di ostacoli di altro ordine.
Tutti però hanno discusso della necessità di una regolamentazione. Della necessità di delimitare zona di produzione e di individuare un disciplinare unico che renda maggiormente riconoscibile il formaggio dell’Alta Irpinia, o della Mefite. Anche per difendersi dai falsi. E allora, che sia Dop o più realisticamente Igp, c’è la volontà di formare un consorzio e di individuare una strategia unica che partendo dalla gastronomia punti al turismo dei curiosi e degli appassionati del buon vivere. Speranzoso il sindaco di Rocca, Giuseppe Fiorillo. La sfida è quella di aprirsi agli altri comuni e allo stesso tempo conservare una peculiarità. Appuntamento a settembre dunque.