“Molti forse l’avranno dimenticato. Nel 2013, il comitato Terra Libera si costituisce per scongiurare l’insediamento nella ex-Palcitric di un imprenditore che aveva presunte intenzioni di trattare rifiuti. Una straordinaria forza popolare si mobilitò per scongiurare l’allarmante quadro esposto dai promotori del comitato. Su tutti il responsabile del circolo di Legambiente Alta-Irpinia Michele Di Maio”.
Inizia così il manifesto della minoranza in Consiglio comunale a Calitri comparso nei giorni scorsi a Calitri. Il gruppo di “Centrosinistra Insieme si può” interviene così pubblicamente nella vicenda dell’inchiesta della Procura di Avellino sulla mancata bonifica dello stabilimento ex Palcitric dell’area industriale calitrana che ha portato a sei avvisi di garanzia per quattro tra amministratori e tecnici comunali, compreso l’attuale sindaco Di Maio, e altri due soggetti la cui identità risulta a oggi coperta da omissis.
“Dopo aver dissuaso l’imprenditore dai suoi propositi, Di Maio merita la fiducia dal paese e passa all’incasso – scrivono ancora i consiglieri di minoranza – diventando sindaco con questo cavallo di battaglia: “Appena insediati come prima cosa ci occuperemo della bonifica del sito ex-Palcitric”. Citazione dal comizio finale della campagna elettorale, ma messo a chiare lettere anche nel “non copiato” programma di Calitri Pulita. Ora alla luce degli ultimi avvenimenti giudiziari, su cui riteniamo non si debba entrare nel merito, ci chiediamo: perché non si è proceduto alla bonifica vista anche l’incredibile fortuna della deroga al Patto di Stabilità concessa nel 2015 dal governo Renzi? Come mai un sindaco ambientalista preferisce intervenire grazie alla suddetta deroga per opere che prevedono colate d’asfalto e consumo di territorio, come ad esempio la strada per la Madonnella, e non rispetta l’impegno politico e morale di procedere alla bonifica? I mezzi c’erano, ma soprattutto c’era la responsabilità del sindaco sulla salute pubblica da rispettare. Perché non lo ha fatto? Cos’è realmente successo nel frattempo per far declassare la bonifica dell’area da assoluta emergenza ad intervento che può essere subordinato a presunti finanziamenti o ipotetico acquisto da parte di qualche imprenditore? Davvero Michele Di Maio ritiene che la possibilità di salvaguardare anche una sola umana sia legata a una questione di denaro e burocrazia? E il circolo Legambiente di Calitri cosa ne pensa?”.
E ancora: “Noi della minoranza sin dall’inizio del mandato abbiamo puntualmente e costantemente sollecitato Calitri Pulita a procedere in tal senso con interrogazioni in Consiglio comunale ma anche con manifesti. Non ci hanno mai convinto le motivazioni addotte per declinare l’invito: “Non vogliamo gravare della spesa i cittadini, aspettiamo che arrivi il finanziamento chiesto alla Regione dalla scorsa amministrazione”. Ma questo non è possibile perché nessun finanziamento può arrivare senza la presentazione di un progetto. Sono già pervenute risposte negative in tal senso! E poi perché uno cme Michele Di Maio – si legge nei passaggi finali del lungo j’accuse – paladino dell’ambiente, preferisce spendere circa un milione di euro in tante piccole opere… Se una persona del suo carisma, con la sua storia, ha la tranquillità di andare comunque a ritirare il premio Vassallo, deve esserci per forza qualcos’altro. Un qualcosa che però a questo punto della storia la cittadinanza deve comprendere”.
Di qui l’invito finale al sindaco “ad assumersi le sue responsabilità e dire la verità”.