La definitiva esclusione della lista Montellalibera (leggi qui per saperne di più) dalla tornata elettorale in corso a Montella costituisce una notizia anche in ottica Città dell’Alta Irpinia. C’è attesa infatti, tra gli addetti ai lavori in particolar modo, su ciò che potrebbe accadere all’interno dell’assemblea dei sindaci del Progetto Pilota dopo il voto amministrativo del 26 maggio. Solo sei i Comuni ad andare alle urne in Alta Irpinia, ma tra questi figurano paesi interessanti dal punto di vista politico.
Così l’uscita di scena di Montellalibera ci dice che sicuramente, a meno di una (ad oggi) improbabile nomina come assessore esterno, non siederà più a quel tavolo Ferruccio Capone. Con posizioni discutibili o meno, il primo cittadino montellese è stato in questi quattro anni tra i più presenti alle riunioni. Rare le sue defezioni, rare anche le volte in cui si è risparmiato dall’esprimere il suo pensiero. Su tutti, la richiesta ripetuta quasi in ogni assemblea di cogliere l’occasione dell’area pilota e della nascente azienda forestale per trasformare il Parco regionale dei Monti Picentini in parco nazionale. Un cambio di status che consentirebbe di intercettare maggiori fondi per la tutela e la valorizzazione di quell’80% di superficie montana che Montella può vantare.
Ma Capone è stato pure e per lungo tempo uno dei sindaci dissidenti. C’era anche lui al Circolo della Stampa nel 2016 quando da Rosanna Repole a Michele Di Maio passando per Stefania Di Cecilia, sette fasce tricolori chiedevano più trasparenza. Era in corso la guerra dei Gal, che lasciò sul campo morti e feriti con i 25 Comuni del Progetto Pilota spacchettati in tre gruppi di azione locale. Era la fase del fuoco trasversale, da pezzi di centrodestra (come Capone) o di Partito Democratico (come Repole), sul presidente della Città dell’Alta Irpinia Ciriaco De Mita. Tempi di dichiarazioni roboanti a mezzo stampa e Facebook, alle quali lo stesso Capone non si è sottratto.
Poi i rapporti tra il sindaco montellese e l’omologo di Nusco sono migliorati. Negli ultimi tempi l’ascia di guerra è parsa a tutti sotterrata. In attesa del risultato elettorale, adesso Montella rappresenta un’incognita per il presidente De Mita. Che per la verità dovrà anche confermare, contro l’outsider Francesco Biancaniello, il suo status di primo cittadino in terra nuscana. Il desiderio di guidare la Città dell’Alta Irpinia lo aveva spinto cinque anni a candidarsi per il Comune, oggi il desiderio di raccogliere i frutti del lavoro svolto è sicuramente tra le cause della sua ricandidatura. Risultati che, se ci saranno, anche a Montella qualcuno raccoglierà, ma non Capone.