“Devo dare di gas. Voglio energia. Metto carbone e follia! Se mi rilasso collasso, mi manca l’aria e l’allegria! Perciò…”. E giù a cantare ancora, a squarciagola.
Si chiamava “Beppeanna” ed è forse il pezzo che tutti conoscono della Bandabardò, ma per il pubblico è sempre stato solo “Se mi rilasso collasso”. Una dedica d’amore all’energia e, credetemi, per chi si trovava nella piena adolescenza la prima volta che la radio l’ha passata, è stata molto più di una semplice canzone allegra: era un vero e proprio inno.
Alla guida dello sgangherato ma preparatissimo gruppo che la intonava, insieme a tanti altri brani che sarebbero diventati memorabili, Enrico Greppi detto Erriquez, il perfetto antidivo del momento. Mentre le copertine patinate raccontavano le scalate in classifica delle anglofone boyband, formate a tavolino da producer multimilionari più sulla base della fotogenia dei componenti che del messaggio musicale, per fortuna il panorama concedeva diverse alternative.
E, per noi teenager (o poco più) in quegli anni, che non avevamo i social per dichiarare al mondo le nostre idee, era la musica che ascoltavamo a raccontare di noi. A dirci chi eravamo o a dire agli altri chi avremmo voluto essere, a farci scegliere da parte stare. A volte anche troppo, ma era il gioco delle parti. E ascoltare la Bandabardò, andare ai loro concerti, citarne le canzoni, farsi accompagnare da quelle parole nei cortei, significava prendere una palese posizione, soprattutto politica. Soprattutto a sinistra. Roba rara, di questi tempi.
Significava rubare le idee musicali dagli amici più grandi, dai negozi di dischi, dalla radio accesa mentre studiavamo. Scambiarci i cd per copiarli (troppo costoso averli tutti), e registrare le cassette – che non sapevamo sarebbero state le ultime – dai programmi radiofonici che, puntualmente, tagliavano il pezzo finale.
Erriquez se n’è andato oggi, lasciandoci tristi, a fare i conti con quell’animo battagliero che abbiamo sopito, soprattutto con la pandemia. E che lui, invece, non ha mai tradito. E mentre le bacheche di tutti si riempiono delle sue canzoni, dei ricordi che ognuno ha della sua musica, è difficile trattenere le lacrime. Forse perché ci siamo accorti che avevamo messo troppo da parte quel lato combattivo e fiero di noi stessi verso dei valori che ci eravamo ripromessi di non abbandonare mai.
Con Erriquez se ne va un pezzo di vita, di gioia, d’amore, di spensieratezza. Un pezzo di un’esistenza che sembra lontana ma che continua ad appartenerci. Grazie Enrico, per averci spronato a ricevere il sole e per aver detto chiaro e tondo a tutti che, a stare troppo fermi, prima o poi manca l’aria. Ti abbiamo voluto tanto, tanto bene, e te ne vorremo sempre.
In Irpinia svariati concerti, al solito frizzanti e coinvolgenti. All’Ariano Folk Festival ovviamente e a Lioni nel 2017 (le foto sono di quel live). Così Francesco Fodarella (Aff): “In questo particolare giorno, proprio colui che da sempre aveva promosso l’amore come soluzione a tante problematiche è venuto a mancare, grazie Erriquez, la tua energia rimarrà nel tempo”. E il post del sindaco di Lioni, Yuri Giono: “Addio Erriquez, voce e anima libera della Bandabardó”.