IRPINIAPOST: Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

Incontro a Torella dei Lombardi sui contratti di fiume, in vista dell’approvazione della legge regionale che, secondo l’annuncio del presidente della commissione regionale Ambiente, Gennaro Oliviero, avverrà nel giro di poche settimane. Nel paese che dà i natali all’Ofanto, il sindaco Amado Delli Galli ha ricordato che già il 7 maggio 2014 era stato firmato il Patto della Val d’Ofanto in Prefettura. Territorio quindi già attivo sul tema. Anche se resta il nodo risorse da sciogliere, che non potranno e dovranno essere solo pubbliche. “L’Ofanto – dice la fascia tricolore – vista la presenza di fabbriche soffre. Ma i paesi intanto si spopolano e dell’industria non si può fare a meno. Quindi bisogna rilanciare le tante aree industriali sostenendo le aziende sane, innanzitutto eticamente“.

Romeo Melillo, dell’Osservatorio nazionale Contratti di fiume, spiega: “Ci sono in Campania già decine di esperienze significative. Con L’Ofanto abbiamo avuto un contatto frequente in Regione. La materia si è sviluppata di recente. Manca una previsione di sostegno economico-finanziario. Perciò sicuramente dovremo lavorare per prevedere nella prossima programmazione europea risorse ad hoc“. In sala sindaci dell’Ofanto, del Sele, pure della sponda salernitana, del Sabato. Ma anche i Gal che ricadono in provincia di Avellino.

Il primo cittadino di Calitri Michele Di Maio parla a nome dei sindaci dell’assemblea di bacino Alto Ofanto: “Noi pensiamo di fare a breve un’associazione di scopo che vada in questa direzione, seguendo le direttive e aspettando la legge regionale. Lavoriamo dal ’92 sull’Ofanto. Nel 2005 con il Gal Cilsi facemmo le prime analisi”. Giuseppe Del Re, gruppo di lavoro dall’assemblea di bacino Alto Ofanto, integra il discorso ponendo alcune questioni. “Abbiamo formalizzato tutta l’attività fatta finora sul tema con la nascita dell’assemblea di cui è presidente Rosanna Repole. Mi auguro che nella bozza di legge ci sia un riferimento alla collaborazione interregionale perché nessun fiume, neppure il Sele, prende acqua solo dalla Campania. Inoltre, le coltivazioni in altura dei paesi senza fiume come Andretta comunque incidono sulla qualità delle acque“, dice.

“Stiamo lavorando a una norma flessibile e utile allo sviluppo locale, troppi soggetti rischiano di diventare inconcludenti”, conclude il vicepresidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola: “Nella prima fase il contratto di fiume deve prendere la forma di un accordo di programma perché deve essere uno strumento di sviluppo, magari anche attraverso pacchetti Ofanto“. La presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio chiosa: “Il Governo nazionale finora non ha messo risorse. Quindi c’è il rischio di parlare a vuoto. Perciò abbiamo voluto fare anche una legge regionale cui dovrà seguire un tavolo tecnico regionale assieme al livello nazionale. E dovremo attaccarci alla programmazione europea futura“.