Spesso parlare di borghi abbandonati, progetti di recupero e valorizzazione è parlare di aria fritta. Anche con i finanziamenti per i vecchi centri storici non si fa turismo e nemmeno economia. Lo sanno bene dieci sindaci che oggi all’oasi di Conza hanno sottoscritto la “Rete regionale dei Borghi abbandonati della Campania”. Almeno nelle premesse questi dieci amministratori intendono ragionare su schemi lontani dall’aria fritta.
Per la provincia di Avellino ci sono Conza, Aquilonia e Melito. Per Salerno c’è Centola (capofila), Roscigno, Romagnano al Monte. Per il Sannio Apice, Cerreto Sannita e Tocco Claudio. Per Caserta San Pietro Infine.
Cosa è emerso all’atto della firma?
Il progetto è quello standard per le direttive europee. I comuni si devono unire per ottenere maggiori possibilità di finanziamento. Il progetto non va in contrasto con altri strumenti normativi. Il progetto punta a creare una rete tra i vari comuni per creare flussi turistico-culturali e quindi economia.
Una sintesi efficace l’ha fatta alla fine, a margine del breve convegno, il vice sindaco di Roscigno Bruno Ruotolo: ‘Non ci servono i soldi per la messa in sicurezza degli edifici diroccati. O meglio, i fondi sarebbero solo una pre-condizione. Lo Stato deve darci lo strumento normativo per poterci organizzare e creare dal basso il nostro sviluppo. Noi dobbiamo essere bravi a cercare i privati intenzionati a investire. Anche cedendo parte del nostro patrimonio inutilizzato”.
Dello stesso avviso gli altri, anche gli irpini. Perché la storia è tutta qua. Fatto il borgo bisogna fare i soldi… E allora ben vengano le consuete parole: reti, sinergie, valorizzazione. Ma solo se accompagnate da una gestione seria delle risorse culturali o naturalistiche.