“E’ fortissima l’indignazione per il modo di governare in questo paese. O nel leggere la locandina di un convegno organizzato a Morra De Sanctis nei giorni scorsi a titolo ‘la buona politica’”. E’ il commento del consigliere di opposizione Giuseppe Covino, che parla pochi giorni dopo la mossa dell’ex sindaco Gerardo Capozza finalizzata a una candidatura altirpina in casa Pd.
Covino, cos’è che non va a Morra De Sanctis? La crisi ormai è generalizzata in Alta Irpinia. O no?
Partiamo dallo spopolamento. Dai 1308 residenti del 2014 siamo passati agli attuali 1234. Non è un saldo catastrofico ma con tutte le potenzialità era lecito aspettarsi un miglioramento in questi anni. Il centro urbano sovrasta una delle aree industriali più in salute della zona e non solo. Morra ha un territorio esteso e l’agricoltura è una voce importante soprattutto con i tanti fondi a disposizione, che però non sono arrivati e dobbiamo farlo emergere.
Ce ne parli.
Si sono persi fondi sull’agricoltura per un milione e settecentomila euro. Parliamo delle risorse Psr, misura 7.0, su cui alla fine di agosto è stata sbagliata la procedura. Circa 30 istanze, anche per il rilancio del centro storico con la possibilità di apertura di botteghe artigiane e commerciali. Risultato? Persa una importante occasione per il paese e per creare occupazione giovanile. Tutto ciò è stato evidenziato anche in Consiglio comunale.
Morra aveva una bella occasione di rilancio culturale con il Bicentenario dalla nascita di Francesco De Sanctis. Lei che fa parte di uno dei comitati pensa che siano state sfruttate tutte le chances?
Qualcosa si è visto, tremila persone hanno visitato per la prima volta Morra.
Ma una gita per qualche è molto poco, non crede?
La confusione sui comitati non ha permesso una regia unica, ma penso che un’amministrazione avesse il dovere di unire. E adesso c’è assolutamente bisogno di un ente stabile, che vada oltre il bicentenario e programmi iniziative tese a valorizzare la figura del nostro illustre conterraneo insieme al rilancio del centro storico, castello e palazzo Molinari. Ma la scadenza di mandato per il sindaco Pietro Mariani non è lontanissima. Come minoranza siamo molto scettici sul fatto che possa essere raggiunto qualche risultato.
Quali altri risultati non avrebbe raggiunto la maggioranza?
Il Comune in questo momento ha 50 mutui aperti per circa euro 250.000 annui. Paga anche per opere incomplete come la realizzazione della villa comunale ed addirittura opere mai realizzate come l’ampliamento del cimitero. Tra i mutui che paghiamo spiccano i centomila euro contratti con la cassa depositi e prestiti, anno 2004, per redigere l’allora piano regolatore, oggi Puc, ma ad oggi vige ancora il piano di fabbricazione degli anni ’70,e addirittura soltanto qualche mese fa sono stati reperiti altri 38.000 euro, fondi residui della legge 219/81, per un ulteriore incarico per reperire un nuovo tecnico per redigere il Puc. Altra nota dolente, l’abbandono e il degrado in cui versa il piano insediamento produttivo costato oltre 800.000 euro, con oltre 10 lotti e distante poche centinaia di metri dal nucleo industriale, mai nessuna azienda si è insediata ed il comune non si è mai interessato. Negli ultimi tempi è diventato spazio adibito alla fiera di Santa Lucia e da ultimo a luogo di esibizione di un noto circo equestre.
Parliamo di ambiti sovracomunali. Morra, di fatto, ha chiesto una candidatura con Capozza, sostenuto dall’amministrazione e da esponenti di altre comunità. Lei in questi anni come ha visto il paese in relazione alla provincia?
Morra De Sanctis è stata ed è assente da tutto, questo è indiscutibile…
Un attimo però. Nella riunione con Capozza e gli amministratori è stato spiegato il perché, dal punto di vista dei “dissidenti del progetto pilota”. L’asse De Mita-D’Amelio che al tavolo del progetto stesso avrebbe tagliato fuori alcune realtà.
Sì ma c’è una differenza con altre realtà che pure hanno protestato. Al tavolo dei sindaci componenti si è parlato di tutto. Ma mai, dico mai, del nostro paese. Non siamo mai stati protagonisti e per storia, innovazione e territorio dovevamo esserlo. A ciò si aggiunge la totale mancanza di rappresentanza di governo negli enti territoriali quali Asi, comunità montana, piano di zona, Ato idrico, Ato rifiuti. Scelte politiche fatte da sindaco e amministrazione. Nonostante tali enti siano governati dal Pd, area di appartenenza politica dei vertici in municipio, ciò ha portato ad un isolamento del paese allontanando le prospettive dei processi di sviluppo socio-economico.