“Con la cultura si può, si può rinascere. L’Alta Irpinia si era appiattita, ora nascono progetti del genere, che coniugano formazione e lavoro“. Gerardo Vespucci, dirigente scolastico, accoglie a Calitri promotori e attori della Masterclass di Cairano. Ha deciso di mandare alcuni suoi studenti tra le vie e le sale di Cairano, a studiare le professioni dello spettacolo insieme ai corsisti più grandi. E non lo ha fatto per cortesia istituzionale, Vespucci ci crede. Chi ha vissuto gli anni 70 a Sant’Andrea di Conza e 42 anni di rassegna teatrale non poteva dire di no. E loro apprezzano, gli studenti. Soprattutto se a coinvolgerli c’è una scuola relativamente nuova di attori partenopei, Ernesto Lama e Francesco Di Leva. “Uagliu’ dovete fare i figli“, scherza il primo a proposito di spopolamento. E ribadisce che sì, con l’arte e la cultura si può pure lavorare. Pure se non sei attore o musicista, perché un palco è fatto di legno e un falegname può essere artista.
I primi giorni di lezione si svolgono anche al sole. Il teatro di Cairano li abbraccia, anche se qui tutto è teatro. Teatro vivente, il barista Ngiulino e gli anziani. Il vento è musica sulla rupe, con gli organi. Tutto troppo poetico? Estremamente idilliaco? Probabile, ma nel frattempo ragazze e ragazzi vivono un’esperienza che, vuoi o non vuoi, sarà eccezionale. “Cairano si conferma laboratorio, puntiamo a un’accademia“, aveva detto all’inaugurazione del corso il sindaco Luigi D’Angelis.
E quando si passa per i cantieri tra i vicoli, il portavoce della Masterclass, Dario Bavaro, esclama: “I cantieri sono vita, molti stanno ristrutturando casa. Significa che torneranno“. Probabilmente in estate, ma per il momento va bene così evidentemente. Difficile far arrivare le persone senza fabbriche o altre opportunità. Difficile in un paese che ti accoglie col cartello pendenza 20%. E la ristrutturazione è cosa lenta perché minuziosa. Ma intanto per dieci giorni ci saranno ancora ospiti…