È una pratica che alcuni hanno già iniziato ad operare prima della quarantena ma per fortuna, di questi tempi, la generosità si moltiplica più velocemente del coronavirus. Stiamo parlando della “spesa sospesa” e di tutte le quelle attività alimentari, soprattutto panifici, che non si possono fermare nonostante la pandemia perché forniscono beni di prima necessità e che, oltre alla produzione disponibile per gli acquisti, rivolgono a fine giornata un pensiero a tutte le persone in difficoltà, lasciando a disposizione – gratuitamente – ciò che è rimasto invenduto.
Grande è il cuore di chi ha “le mani in pasta” per mestiere, continua a svegliarsi presto al mattino e non manca mai di sorridere, anche se sotto le mascherine, a quei pochi che escono in cerca di beni di prima necessità e di conforto, e i “rappresentanti di categoria” irpini ne sono una splendida dimostrazione. Nel capoluogo, il via è stato dato da Dolciarte, “pasticceria d’avanguardia”: la sua titolare, Carmen Vecchione, appende – in caso di avanzo – una bustina di lievito ai pomelli della porta del laboratorio, a disposizione di chi voglia preparare qualcosa in casa, in autonomia.
Mentre l’Antico Panificio Melillo, chiusi i battenti del negozio in Piazza Libertà, imbusta e lascia a chi ne abbia bisogno biscotti, taralli, panini, pane e brioche. I proprietari della pizzeria-ristorante Bonavita hanno scelto, invece, un altro sistema: dal 30 marzo sarà di nuovo attivo il forno e chi abbia necessità può scrivere un messaggio privato e ricevere un numero, con il quale presentarsi in cassa senza soldi. “Segna vergognarti – ci tengono a sottolineare dal locale in Viale Italia – Che poco o tanto che io possa avere in casa mia, ho piacere a condividerlo con te”.
Il Panificio Carraturo di Forino ha sistemato un cestino all’ingresso secondario, dove accede il personale, con dentro pane, panini, pizze, e dove chiunque abbia bisogno può prendere quel che vuole, “senza vergogna e senza timore – dice lo staff – perché stiamo davvero passando un brutto momento e bisogna aiutarsi a vicenda per superarlo”.
La stessa cosa fa Michele Ranaudo nel suo Verdurfruit di Gesualdo, negozio di frutta fresca e verdura ma che tratta anche prodotti da forno: dopo la chiusura, pane e pizza sono a disposizione in una cesta appositamente sistemata all’esterno.
Da Matika Food & Drink a Manocalzati, invece, la titolare Katia Mauriello sta organizzando una raccolta alimentare diretta a precisi contatti dei quali si conoscono le difficoltà e chiunque abbia la possibilità è chiamato a contribuire. A Pietrastornina è il Comune, insieme alla Parrocchia di Maria Santissima Annunziata, che ha preso in carica la questione, fornendo a tutti gli store alimentari dei contenitori appositi per la spesa sospesa.
Mentre Michele “Mike” Valente dell’omonimo minimarket di Mercogliano ha lanciato l’idea dei “cesti solidali”: chi si reca presso il suo negozio, può acquistare qualcosa da lasciare in ceste sistemate per l’occasione, che la Misericordia si premunirà di distribuire ai più bisognosi. “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”: che preferiate questo adagio come estratto degli originali Atti degli Apostoli oppure quale citazione dell’opera di Karl Marx, che lo ha reso celebre, è in tempi incerti come questi che non si può non metterlo in pratica, per uscirne tutti insieme, più forti e più uniti.