Un chilometro di marcia con una sola richiesta. “Riaprire i cantieri della Lioni-Grottaminarda”. E’ l’appello al governo dei sindacati, dei primi cittadini. Ed è ovviamente l’auspicio delle imprese. Sigle unite, sotto le bandiere anche il presidente di Confindustria Avellino, Pino Bruno. Si parte da uno slargo e si arriva davanti all’autostrada. Per il sindaco di Teora Stefano Farina “è necessaria una battaglia come quella per il Formicoso (la discarica, ndr). Rivendichiamo un diritto e dobbiamo scendere in piazza per i nostri diritti. In questa terra dovremmo essere indennizzati. Registriamo invece una posizione pretestuosa contro“. Sono le parole prima dell’inizio. Ma il mood è simile fino alla fine.
“Questo Governo o ha la capacità di dare risposte o può tranquillamente andare a casa“, dice il segretario della Cisl Irpinia-Sannio, Mario Melchionna. E aggiunge: “Toninelli, se ci sei batti un colpo”. Il riferimento è alla nota con la quale il numero uno del Mit avrebbe rassicurato sui tempi e sulle procedure. Ma nessuno a Grottaminarda sembra convinto. Non lo è Stefania Di Cicilia, sindaca di Villamaina e presidente dell’Unione terre dell’Ufita. “La partecipazione in questa giornata è un segnale di maturità. C’è unità sulla vertenza. Questa strada non è iniziata da 30 anni, ricordiamolo. Ma da sei anni. Adesso però c’è un’emergenza. Ci sono imprese a rischio fallimento“. Per il primo cittadino di Grottaminarda, Angelo Cobino, “bisogna mantenere alta l’attenzione su un’opera fondamentale. Il Governo poteva concludere prima la fase di riflessione“.
Il corteo è diviso in vari tronconi. I sindacati in prima fila, poi la schiera di gonfaloni. Ed ancora gli striscioni di Industria Italiana Autobus e Novolegno. I manifestanti arrivano nei pressi dell’autostrada. C’è l’intenzione di arrivare davanti al casello per dare maggiore risalto alla protesta. Il cordone della Polizia è fermo, c’è qualche momento di tensione ma tutto si risolve con un lungo sit-in e gli interventi di Franco Fiordellisi per la Cgil, Mario Melchionna per la Cisl e Luigi Simeone per la Uil. Le parole sono diverse ma l’appello è unanime. “L’opera è troppo importante, c’è bisogno di collegamenti e c’è bisogno di lavoro“. Due parole che al momento sono utopia in Irpinia, considerate anche le difficoltà sull’Ofantina e nuove vertenze aperte.