In Irpinia pochi giorni dopo il terremoto dalla Polonia e una esperienza sconfinata come soccorritore in ambiente montano che ora è pronto a mettere a disposizione del territorio. Marian Sajnog, volontario a Lioni nel 1980, oggi ha 82 anni ed è apprezzatissimo non solo nella sua terra. A capo dell’associazione GOPR ha percorso il mondo in soccorso di persone in difficoltà. Accompagnato da tre collaboratori e dalla traduttrice Izabela Zobel, presidente dell’Italian Culture Club Italia Opera presso la fondazione Maxibene sotto il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Cracovia, martedì Sajnog è stato ricevuto dal sindaco Yuri Gioino, al quale ha donato foto e filmati della sua missione a Lioni, che presto potrebbero diventare una mostra.
Quando e come è arrivato a Lioni la prima volta?
Sono arrivato il 2 dicembre 1980, dopo un viaggio di 2mila km a bordo di un mezzo che andava a 70 all’ora, e siamo rimasti qui 18 giorni. Negli anni ’80 uscire dalla Polonia era complesso. Io ero appena tornato da una spedizione sull’Himalaya. Presi il grosso autocarro che avevamo utilizzato, raccolsi aiuti e partimmo riuscendo a superare i controlli.
Cosa ricorda di quella Lioni?
Ricordo macerie. Uno scenario che avevo visto soltanto da bambino, nella Seconda Guerra mondiale. Erano lo stesso tipo di disastro e di commozione. Il 90% del paese era distrutto e la gente era inerme, nel panico totale. E poi era inverno, le giornate erano molto corte e fredde.
Perché a distanza di 42 anni è voluto ritornare qui?
Eravamo in 4-5 persone e avevamo un cane. Non eravamo in condizione di fare molto, eppure abbiamo imparato tanto da quella esperienza. Io ho lavorato tutta la vita nel soccorso montano e mi è stato utilissimo vedere quello che era accaduto e stava accadendo a Lioni. Sotto le tende, ogni sera, ci riunivamo con volontari tedeschi e austriaci e ragionavamo su come intervenire in futuro per evitare così tanto disastro. Sono voluto tornare qui perché siamo interessati a realizzare un centro sismologico. Lioni è al centro di un territorio che ha una forte sismicità, quel terremoto non è stato casuale. Nel 1908 Messina ad esempio fu totalmente distrutta. Avrei voluto concretizzare prima questo progetto, ma varie difficoltà lo hanno impedito. Oggi però sono pronto.
Tornerà presto quindi?
Se la nostra idea va avanti, sicuramente tornerò. L’appuntamento è il prossimo anniversario del 23 novembre. Sarei voluto venire per il quarantennale, ma parlando con il sindaco abbiamo spostato a quest’anno. Verrò a rendere omaggio alle vittime e, se riusciamo, per concretizzare il tutto.
Per concretizzare servono fondi. Spera in un finanziamento pubblico?
I soldi non sono un grande problema. Il problema è trovare un comune accordo. La Croce Rossa è interessata già al progetto, la mia associazione GOPR anche, e abbiamo degli sponsor. Bisogna solo trovare un’intesa.