Dalle sorgenti ai gestori, l’Irpinia incompiuta

Inverno di piogge, primavera bagnata, estate che i meteorologi non annunciano calda. Eppure già da qualche giorno alcune comunità irpine sono costrette a fare i conti con le chiusure dei rubinetti nelle ore notturne. E’ successo, ad esempio, ad Ariano Irpino. Non proprio l’ultimo dei Comuni per numero di abitanti della provincia. Nonostante le rassicurazioni dei mesi scorsi, il rischio di una nuova estate di passione prende così forma. Il caldo e la siccità dell’anno scorso, del resto, amplificano soltanto l’oggettiva inefficienza del servizio idrico irpino, dovuta alle reti vecchie prima ancora che alle condizioni climatiche.

 

A questo poi si aggiungono gli affanni di Alto Calore, che gestisce la fornitura di acqua a quasi tutti i comuni della provincia di Avellino e a un numero cospicuo di paesi del vicino Sannio. L’ente di Corso Europa ha i conti in rosso, spende cifre importanti per erogare il servizio, ad esempio per gli elevati costi dell’energia elettrica necessaria a rifornire abitazioni che si trovano a diversi centinaia di metri sul livello del mare. Ben lontana l’ipotesi di una ricapitalizzazione da parte dei Comuni soci, sembra improbabile pure che la Regione Campania possa decidere di entrare nella proprietà. Resterebbe quindi in piedi soltanto l’opzione dell’aggregazione, con il gestore sannita Gesesa o con altri soggetti, come Acquedotto Pugliese. Ma le trattative procedono con grande lentezza e diffidenza su tutti i fronti.

 

Intanto, la settimana scorsa è stata pubblicata una delibera di Palazzo Santa Lucia con la quale la Giunta De Luca prevede lo stanziamento dei fondi necessari, circa due milioni di euro, per la realizzazione di una serie di opere previste già lo scorso anno. Tra queste diverse riguardano la provincia di Avellino, come la riattivazione dei pozzi di Montoro in località Chiusa e S. Eustachio (750mila euro) e la realizzazione di un nuovo pozzo a Sirignano a servizio del serbatoio di Quadrelle (690mila euro). Oppure la rifunzionalizzazione della condotta di adduzione delle sorgenti alte del fiume Calore (200mila euro) e quella di uno dei tre pozzi esistenti di Volturara Irpina che concorrerà ad alimentare i comuni di Nusco, Lioni, Torella dei Lombardi, Castelfranci, Sant’Angelo dei Lombardi e Frigento (40mila euro).

 

Altro passaggio irpino della delibera è il riferimento agli accordi tra Campania e Puglia per prelevare mille litri di acqua al secondo dalla diga di Conza della Campania per il funzionamento del potabilizzatore dell’Acquedotto Pugliese. In cambio 250 litri al secondo in più potranno essere rilasciati dai pugliesi ad Alto Calore, presso le sorgenti di Cassano Irpino.

A fare da sfondo, le dinamiche politiche di una provincia che ha visto andare al voto 21 Comuni quindici giorni fa. La novità più rilevante è la vittoria cinquestelle ad Avellino città, che potrebbe incidere sugli equilibri interni all’Alto Calore, a partire dalla presidenza. Acqua e Alto Calore sono stati più volte in questi anni temi oggetto dell’attenzione degli attivisti e del deputato Carlo Sibilia. Spostandoci verso l’Alta Irpinia, c’è curiosità sulla gestione dei rapporti tra il Municipio e Acquedotto Pugliese a Caposele. Dopo anni di opposizione e aspre critiche con il circolo Arcobaleno, il neo sindaco Lorenzo Melillo dovrà mettere in tavola una sua proposta in attesa della messa in funzione della galleria Pavoncelli bis. Così come a Conza della Campania Luigi Ciccone sarà chiamato presto a confrontarsi con i pugliesi: a dicembre scade la convenzione tra Comune e Aqp e, stando agli annunci della campagna elettorale, il neo primo cittadino proporrà una revisione degli accordi puntando su fornitura dell’acqua gratis ai conzani e gestione rete idrica e fognaria a carico dei pugliesi.

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