Maurizio Petracca mette insieme decine di amministratori al Viva Hotel di Avellino (leggi qui), Luigi D’Angelis “guida” la pattuglia dell’Alta Irpinia. E non sono pochi dall’area pilota, la stessa area citata dal sindaco di Cairano. “L’associazione che presentiamo oggi vuole essere presente in tutte le dinamiche del territorio. In Alta Irpinia per esempio, dove viviamo una condizione speciale ed irripetibile. Noi dobbiamo cercare di creare una trasversalità positiva rispetto alla conduzione del progetto pilota. Aprire una proposta dal basso che possa recuperare uno spazio di democrazia. Rivendichiamo la necessità di partecipare alle scelte nel segno della trasparenza. Questo sarebbe un salto di qualità. Dobbiamo distinguerci dal teatrino, dalla cultura del lamento“.
Spazio di democrazia dunque, dice D’Angelis. E la sfida è ufficialmente lanciata al conduttore Ciriaco De Mita. Ad ascoltare D’Angelis e gli altri c’è anche Antonia De Mita, e non esattamente per iscriversi al nuovo soggetto politico-culturale di Petracca. Ciò che serpeggiava negli spazi della stanza di Nusco, tra le telefonate dei sindaci scontenti, ora viene fuori davanti al consigliere regionale “ribelle“, più volte nei mirino del presidente e dei suoi negli ultimi mesi. Il percorso di D’Angelis o altri era chiaro da tempo ovviamente; ma una sala gremita è sempre occasione per dirlo urbi et orbi, con le parole o la presenza.
Insieme a lui il gruppo degli amministratori altirpini. I presenti almeno. I sindaci. Amado Della Gatti di Torella, Franco Ricciardi di Monteverde, Antonio Di Conza di Lacedonia. Ed ancora Giancarlo De Vito di Aquilonia, Beniamino Grillo di Senerchia, Gelsomino Centanni di Calabritto. E ad altri come il vicesindaco di Bisaccia, Franchino Tartaglia. Da Lioni Rocco D’Andrea e Nelly Rosamilia. Semplici invitati e presenti, petracchiani o neopetracchiani. Ma questa è la fotografia che inevitabilmente viene messa a confronto con l’ultimo incontro dei Popolari a Nusco. La conta c’è, l’Alta Irpinia è sempre più un Risiko e la cartina prende forma coi suoi colori.
E D’Angelis aveva cominciato così: “Non solo la stima per Petracca per quello che sta facendo in Regione. Io colgo anche in questa associazione un atto di responsabilità. Per ripensare ai modelli associativi. Un progetto – spiega il primo cittadino di Cairano – non legato alle ideologie. Questo modello non ci deve portare necessariamente a nuovi partiti e nuove sigle. Dobbiamo creare una novità nel rapporto con i cittadini. Le sigle non servono a nulla“. E concluderà con un occhio alle regionali. “Non importa tanto la collocazione, l’importante è andare avanti“.