“Il reddito di cittadinanza è una grande palla. Truffati cittadini ed elettori. Come sul gasdotto Tap in Puglia. Gridano honestà honestà e poi approvano il condono ad Ischia. Che siano maledetti in eterno quelli che hanno governato prima, ma i Cinque Stelle sono dei truffatori“. A Lioni il governatore Vincenzo De Luca è un fiume in piena contro il mondo pentastellato. Da Grillo a Di Maio fino a Di Battista, De Luca ne ha per tutti. Ma in una giornata in cui si parla soprattutto del piano assunzioni per 10mila giovani nella Pubblica amministrazione della Campania, il numero uno di Palazzo Santa Lucia spiega: “Il reddito di cittadinanza? Noi siamo su logiche completamente diverse. Noi vogliamo dare un lavoro, non l’assistenza. L’assistenza può andare bene per un mese, due, dieci mesi, dopo che fai? Non è che l’assistenza ti porta a formarti una famiglia, una casa. E’ il lavoro che cambia la vita dei giovani e di tutti gli esseri umani. Lavoreremo per dare lavoro, poi è chiaro che bisogna fare qualcosa per una parte della popolazione che ha bisogno di assistenza, famiglie povere, chi veramente non riesce ad arrivare alla fine“. Ancora sul reddito di cittadinanza: “Penso che sarà un grande casino, non si capisce veramente niente e siccome non ci sono i soldi hanno messo tanti di quei vincoli burocratici che alla fine si ridurrà a una grande presa in giro“.
Altro tema, il decreto sicurezza: “Non mi allineerò a chi si opporrà con ricorso alla Corte. Perché? Perché non voglio fare nessun piacere alla Lega. Più si ideologizza questo problema, più si regalano voti alla Lega. Intanto la sinistra continua a non capire niente. Il decreto Salvini è un disastro come abbiamo detto esplicitamente. La posizione della Campania è questa: bisogna andare a una trattativa stretta, immediata con la Presidenza del consiglio per verificare nel merito le ricadute del decreto, e sui Comuni ci sono ricadute pesanti. Quelli che non vengono messi in ordine dal punto di vista amministrativo rimangono clandestini per strada. Siccome non siamo in grado di rimandarli nei paesi di origine, rimangono per strada e diventano un problema. Allora la questione è andare a una trattativa con il governo per avere una proroga dei termini. Ma hanno sbagliato anche i sindaci perché il problema va posto un minuto dopo che è stata approvata la legge, non quando entra in vigore. C’era bisogno di aspettare due mesi per aprire il contenzioso con il governo?”.
E ancora: “Nel decreto sicurezza ci sono altre questioni che vanno valutate con attenzione. L’aumento dei fondi per gestire i beni confiscati alla camorra e possibilità di nuove assunzioni nelle forze dell’ordine. Allora va benissimo che i colleghi abbiano fatto ricorso. Noi abbiamo fatto ricorso su un’altra questione, la questione sanità e le competenze tra Stato e Regioni su una materia concorrente e ci prepariamo a fare un altro ricorso alla Corte costituzionale sul federalismo differenziato: questioni vitali. Quindi apriamo un contenzioso con il governo, ma vediamo di arrivare a soluzioni concrete, non a battaglie ideologiche che servono solo a regalare voti a Salvini“.