Un pomeriggio di sorrisi per zio e nipote De Mita ad Avellino. Il secondo ha raccontato di aver trascorso una settimana in relax, dopo la sconfitta alle elezioni. Accolti dalla stampa oltre che da una grande folla al Viva Hotel, l’ex presidente del consiglio ha voluto evitare interviste, limitandosi a rispondere “io con te non parlo” ad un giornalista.
Dopo essere stato ospite nella trasmissione di Fazio qualche sera fa, il sindaco di Nusco si è così espresso nei confronti del nipote: “Per eccesso di affetto sono stato notevolmente critico nei suoi confronti sulla campagna elettorale, poi quando sono comparsi i dati delle elezioni sono entrato in una assoluta incapacità di riflettere”. Alla platea, riprendendo l’opinione espressa domenica sera in trasmissione da Fazio, ha poi detto: “Il primo segnale positivo è la vostra presenza perché mi trasmette la convinzione che ciò che abbiamo tentato non è del tutto inutile anche se confesso che una spiegazione su quanto avvenuto ancora non riesco a darmela. C’è la distinzione tra le persone perbene e gli avventurieri stasera qui non ci sono”. Secondo Ciriaco De Mita bisogna riprendere il discorso laddove è stato interrotto: “Questo passaggio elettorale anomalo per la quantità di voti espressi a favore non si capisce di chi, ha diviso il paese per circostanze diverse ma la cosa più anomala è che chi ha vinto non sa perché ha vinto e non si candida a governare”. Avviandosi alle conclusioni ha raccomandato: “Quello che sta capitando nel nostro paese guai ad immaginarlo come una vicenda locale, perché è ciò che sta avvenendo nel mondo. Dobbiamo stare attenti a non immaginare di risolvere i problemi solo qua da noi”.
Ma a parlare prima di lui è stato Giuseppe De Mita: “Sembra che la campagna elettorale non sia finita vista la vostra grande partecipazione. Come se fossimo un po’ tutti in attesa di una notizia. E io ve la do subito, abbiamo perso le elezioni”. Così l’ex parlamentare candidato alla Camera con Civica Popolare, esordisce rivolgendosi ai numerosi sostenitori presenti in sala, che al termine del discorso hanno applaudito a lungo: “Abbiamo provato a costruire una campagna elettorale insolita, a contatto con le persone considerando la condizione di disagio diffuso che le disorienta. Per cui per certi versi il risultato non è inatteso, inattese piuttosto sono le proporzioni. Abbiamo ragionato guardando molto alla realtà locale, e considerando il rapporto di conoscenza come una condizione fondamentale che però non c’è stata. Nella nostra provincia la situazione non è diversa dalle grandi aree urbane del Mezzogiorno. La sconfitta all’interno di un contesto come il nostro non è segno di insufficienza, ma il risultato di lunghi anni che hanno visto sommarsi un progressivo screditamento delle istituzioni e una insicurezza diffusa che ha preso la forma dell’insicurezza verso l’altro al Nord, dove ha prevalso la Lega, e nel Mezzogiorno invece come insicurezza legata agli strumenti di protezione sociale. Due elementi che alimentano rancore individuale. Per cui questo risultato è la somma di condizioni individuali”.
Malessere che De Mita junior ha percepito durante la campagna elettorale ma che non pensava, stando alle sue parole, fosse così diffuso. “La cosa curiosa anche in queste ore è che i due soggetti vincenti, 5 Stelle e Lega, non hanno raccolto il consenso su una risoluzione positiva della crisi. Sono state due proposte politiche come due grandi contenitori nei quali sono confluite condizioni individuali che messe insieme hanno realizzato una condizione stagnante, perché ora siamo fermi. Il disagio che porta al voto di protesta attraversa chiunque di noi, ognuno senza via d’uscita reagisce. Ma quella intrapresa è una via rischiosa perché si fonda sullo scontro tra pezzi di società e così il problema non si risolve”.
Un lungo discorso quello di Giuseppe De Mita che punta verso la ricostruzione della sicurezza sociale: “Noi abbiamo preso la strada che rifiuta le parole dello scontro. Sono dell’idea di continuare ad insistere con le nostre parole che vanno innanzitutto verso la solidarietà alle persone. Non sono più parlamentare quindi faccio un passo di lato, ma dobbiamo operare senz’altro sul tema della sicurezza sociale perché quello che ha afferrato alla gola la popolazione del Mezzogiorno è stata la perdita di sicurezza. bbiamo il dovere di proseguire il lavoro avviato in campagna elettorale con maggiore radicalità nei nostri comportamenti. Mi dispiace essere stato identificato con la dimensione estetica e teatrale del potere, chi mi conosce sa che non è così. Abbiamo perso ma non siamo gli sconfitti, a condizione che cogliamo questi segni dei tempi che stiamo vivendo per fare un passo in avanti. Perché la nostra provincia ha bisogno di ritrovarsi e noi di ritrovare noi stessi”.