“Pensare che abbiamo avuto un ministro della Pubblica Istruzione che si chiamava Francesco de Sanctis e pensare a oggi è qualcosa che ci getta nella angoscia, diciamo la verità”. Non è l’unico passaggio critico di Vincenzo De Luca nei confronti del Governo da Morra De Sanctis. Anche alla domanda sul Sud, l’Irpinia, le aree interne, il governatore risponde in sintesi: “Il premier Conte è del Sud? Sì ma un governo parla con gli atti“.
In pratica “il governo deve ancora dimostrare di poter aiutare il Sud. E la Campania sarà l’unica regione a porre i problemi, a partire dal riparto sulla sanità“. Un lunghissimo passaggio su Francesco De Sanctis, sia prima che dopo il conferimento della cittadinanza onoraria a Morra per il presidente della Regione. Arrivo in Alta Irpinia, breve visita al Comune e nei luoghi del meridionalista. De Sanctis, De Luca quasi non parla d’altro. Dribbla le domande sul covid e sulle candidature in Irpinia. Nelle sale del castello Biondi i consiglieri regionali uscenti e ricandidati. Rosetta D’Amelio, Maurizio Petracca, Enzo Alaia. L’aspirante candidato Michelangelo Ciarcia. Sindaci vari e imprenditori, come Paolo Scudieri.
“Il mezzogiorno d’Italia è rimasto ai margini anche nel processo di unificazione – ha detto ancora De Luca – dai tempi della lotta al brigantaggio si è determinata questa frattura nazionale e da allora è apparso, e questo elemento di sottocultura si è poi trascinato nei decenni, come una palla di piombo ai piedi per lo sviluppo del Paese. In questo momento abbiamo una classe dirigente estremamente debole e incapace di fare una battaglia in Italia per tutelare gli interessi delle comunità meridionali.Noi siamo impegnati a combattere a viso aperto – dice – e qui misureremo tutti, dal presidente del Consiglio alle forze politiche, nessuna esclusa, alla rappresentanza parlamentare”