Il sindaco di Sant’Andrea di Conza Gerardo Pompeo D’Angola interviene nel dibattito innescato dalle parole del governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato la volontà di realizzare nuovi impianti per il trattamento di rifiuti organici (l’umido per intenderci) anche in provincia di Avellino, precisamente a Chianche e a Conza della Campania.
Proprio quest’ultima ipotetica opera, un biodigestore, ha scatenato un vivace confronto tra amministratori e associazioni ambientaliste: Legambiente è tra i sostenitori del nuovo impianto; tra i contrari i giovani di “Io voglio restare in Irpinia” molto presenti proprio a Sant’Andrea. Contrari pure Luigi D’Angelis e Stefano Farina, primi cittadini di Cairano e Teora, realtà confinanti con Conza; favorevole invece, oltre al sindaco conzano Vito Cappiello, quello di Calitri Michele Di Maio.
D’Angola allora prova a dire la sua da diretto interessato alla questione con un lungo intervento nel quale chiede la convocazione del tavolo del Progetto Pilota e dell’assemblea della Comunità Montana Alta Irpinia e snocciola i motivi secondo i quali la scelta di Conza sarebbe inopportuna: tra questi, la vicinanza dell’Oasi WWF e delle reti dell’Acquedotto Pugliese e un problema di confini. Il sito scelto sarebbe, a suo dire, addirittura collocato nel territorio di Sant’Andrea. Di seguito le parole di D’Angola:
“I paesi, si sa, assomigliano alle persone che ci abitano e Sant’Andrea di Conza è sempre più lo specchio di tanti ragazzi che amano e rispettano il proprio territorio e l’ambiente nella sua accezione più ampia. In questi giorni, particolari per la comunità di Sant’Andrea, hanno infatti orgogliosamente mostrato un attaccamento viscerale verso la propria comunità perché, come ho spesso detto in passato, le persone hanno bisogno di bellezza intorno a sé per sentirsi vivi e per star bene nel posto dove vivono. Grande è, pertanto, la responsabilità politica degli amministratori che prima di distruggere e di infliggere ferite al territorio e ai cittadini, seguendo possibilmente le indicazioni che vengono dalla memoria storica, hanno l’obbligo di guidare i processi con particolare sensibilità e non con sciatteria. Non intendo, in questa discussione, usare la stessa tracotanza mostrata in questi giorni da alcuni amministratori e da chi li ispira, avendo cultura delle istituzioni e amore per la comunità che rappresento, ma la notizia riportata dai giornali, e non confermata da alcun provvedimento regionale, sulla disponibilità data dal Comune di Conza a ospitare un impianto che dovrebbe trattare i rifiuti della provincia di Avellino, mi impone di rammentare a tutti gli amministratori locali che tali tipi di decisioni, per ovvi motivi, devono necessariamente essere prese in accordo con tutto il territorio, mettendo da parte qualsiasi tipo di preconcetti ovviamente.
Quando questo non accade si verifica che, per esempio, il Comune di Conza scelga un sito posizionato incredibilmente all’interno di una area di proprietà del Comune di Sant’Andrea e in contrasto con le più elementari regole del P.T.C.P che se calpestato e schiacciato finirebbe per svilire la sua stessa funzione. Tale sito, poi, è stato individuato a pochi metri del nuovo braccio di adduzione dell’Acquedotto Pugliese che fornisce acqua a milioni di cittadini, a pochi passi dall’Oasi WWF e dal parco archeologico e soprattutto fuori da un’area industriale, come elemento di garanzia minima. Questa scelta mi sembra sia stata frutto di approssimazione e di arroganza che certamente la comunità che rappresento non farà passare, tant’è che chiedo l’immediata convocazione sia dell’assemblea della comunità montana “Alta Irpinia” che della “Comunità dell’Alta Irpinia” all’interno delle quali va affrontata in maniera seria la discussione, con la consapevolezza che chi favorisce e boccia le idee e i progetti sono solamente i cittadini e le istituzioni, e non chi pensa di rivendicare qualità e poteri che non può avere. Affermo questo da sindaco di Sant’Andrea e da amministratore senza tessere di partito, ma con una tradizione di valori di giustizia sociale e solidarietà tipici del vecchio mondo della sinistra, oramai, completamente abbandonato e trasformato in opportunismo e qualunquismo. Da ultimo, vorrei ricordare che i signori responsabili di tale scellerata scelta sono sempre stati impegnati a stilare pagelle e ad assegnare brutti voti a destra e a manca, a seconda delle convenienze politiche, senza aver mai veramente compreso di dover utilizzare un solo metro di giudizio, sempre lo stesso, per gli amici e per gli avversari; e soprattutto che fare un uso così platealmente strumentale delle contingenze politiche significa non avere alcun principio. Quando questi signori finalmente lo capiranno, avremo, e sarà un bene anche per la discussione aperta all’interno del “Progetto pilota”, qualche esponente in meno della genia dei «moralmente superiori» e qualche risultato in più per il nostro territorio altirpino”.