La prima fila del consiglio comunale sull’acqua di Caposele lascerebbe ben sperare. Gli amministratori di Calabritto, Cassano Irpino, Lioni, Senerchia, Teora, Conza. I presidenti del Parco dei Picentini e del Sele-Tanagro. Positivi anche i riferimenti del sindaco Lorenzo Melillo al lato ambientale della questione, allo stesso fiume Sele. E’ segno che la risorsa idrica sia un problema, o un’opportunità, molto più ampia dei singoli territori comunali.
Eppure dopo l’assemblea di domenica sera c’è la sensazione che occorra fare ancora un passo in avanti per ottenere risposte e risultati. Ha colto il particolare il sindaco di Cassano Irpino, Salvatore Vecchia, che all’indomani dell’assise ha scritto su Fb: “Dopo l’interessante dibattito nel corso del consiglio comunale di Caposele appare opportuno definire il protocollo di intesa, predisposto mesi fa, per un’azione sinergica tra i paesi di Sorgenti. Una sola voce per dare forza alla richiesta di ristoro ambientale in favore dei territori che salvaguardano la risorsa idrica e più in generale l’equilibrio ecosistemico.I tempi sono maturi”.
E’ sulla stessa linea il sindaco di Calabritto, Gelsomino Centanni, che ci spiega: “Non entro nel merito della vicenda di Caposele, alcune sono situazioni interne, particolari. Ma il problema è regionale e il percorso va fatto insieme alla Regione. Caposele ha diffidato la Campania e secondo me questo termine, forse improprio, va inteso in positivo. Di sicuro non può essere demonizzata. La nostra legge regionale parla chiaro. I comuni delle sorgenti vanno salvaguardati da un punto di vista idrogeologico innanzitutto. Noi dobbiamo partire da un punto: l’acqua è di tutti ma bisogna creare un connubio tra ambiente, sicurezza e sviluppo”. Poi un’altra considerazione: “Non entro nemmeno sulle scelte passate di comuni irpini, ma voglio guardare avanti. Le amministrazioni però devono essere più responsabili, devono utilizzare i fondi futuri, quelli per esempio che passano per l’Eic, per migliorare le infrastrutture idriche e non per fare belle fontane”. Qualche mese fa lo stesso sindaco aveva tentato di portare il discorso acqua al tavolo dell’assemblea dei sindaci altirpini del progetto pilota. Il suo tentativo non riscosse molto successo tra i colleghi. Piazzare un’altra grana a Nusco, peraltro senza competenze dei sindaci, avrebbe significato appesantire un progetto (il pilota) già carico di problematiche: questo fu il ragionamento dei contrari.
L’impressione per adesso è che il consiglio di Caposele sia stato un fatto molto importante, ma non dall’impatto dirompente nei rapporti tra Campania e Puglia, tra acquedotti e territori. E l’impressione viene confermata anche dalla divisione maggioranza-opposizione. I componenti della minoranza non hanno visto di buon occhio gli slogan e soprattutto il fine del consiglio comunale, volto a diffidare la Regione Campania. La maggioranza ha risposto che la diffida sia stato un atto per pungolare la Campania a schierarsi e rivedere gli accordi con i pugliesi. Non sappiamo chi abbia ragione, ma questa è la cronaca.
Di sicuro si intravede la necessità, e non da ora, di mettere nero su bianco le quote d’acqua e le relative compensazioni (o pagamento dei servizi ecosistemici). C’è però un Alto Calore in trasformazione, diciamo così. Le elezioni in Campania ormai alle porte. Un’infrastruttura che partirà a breve (la galleria idrica Pavoncelli Bis) con il rinnovo del commissario (a differenza di quanto accaduto per la Lioni-Grotta). Paesi come Conza della Campania che pure sono alle prese con i rinnovi dei rapporti con Acquedotto Pugliese. Comunità come Montella, ricchissime di sorgenti e criticità, che attendono risposte dalla Regione per il rifacimento delle reti idriche. Senza dimenticare il bacino di Volturara Irpina.