Il voto all’Asi di Avellino può essere letto in chiave squisitamente politica. Il patto di ferro tra Ciriaco De Mita e Rosetta D’Amelio, cominciato con le liste in Alta Irpinia.
La sconfitta dei renziani d’Irpinia, un De Mita che per il momento tiene alla larga il rivale sannita Umberto Del Basso De Caro. Oppure il freddo tra lo stesso sottosegretario e la D’Amelio. E, ancora, può essere analizzato osservando la lunga partita per le elezioni politiche, iniziata decisamente prima del tempo. Questo voto, sempre per parlare di politica, può anche essere visto come un atto d’imperio dell’attuale maggioranza in Regione Campania. La stessa maggioranza che tramite il governatore Vincenzo De Luca e il suo assessore al ramo, Amedeo Lepore, ha annunciato di voler ritoccare, riformare i consorzi di sviluppo industriale per dare a questi nuovo slancio. Come dire, e qui rientrano ovviamente anche D’Amelio, Petracca e Alaia, “ora in Regione ci siamo noi e di solito le maggioranze vincono”. Soprattutto se le stesse Asi verranno riformate presto.
Il punto vero, cambiando angolo visuale, è proprio qui. Se dovesse trattarsi di un’elezione interlocutoria in attesa della riforma, beh allora nulla quaestio. Una maggioranza si è imposta e tanti cari saluti. Vi scannerete politicamente alla prossima occasione ma intanto vediamo di far ripartire subito queste aree industriali devastate, vuote, in perenne crisi. Vediamo di far arrivare nuovi imprenditori, vediamo pure di piazzare la banda ultra-larga (basterà?).
Se però la riforma delle Asi dovesse subire un rallentamento, beh allora l’elezione di Vincenzo Sirignano, con la conferma in consiglio di amministrazione di Gerardo Adiglietti o le new entry Spinazzola (sindaco di Melito) e Lanza (sindaco di Flumeri) pone qualche dubbio. Posto che fino a prova contraria va espressa tutta la fiducia del caso ai nuovi e ai riconfermati, a destare qualche perplessità è pur sempre il metodo. Ma soprattutto il finale. Ora al vertice c’è un ex sindaco di Mirabella Eclano, Sirignano appunto, che amministrava una cittadina su cui non insistevano e non insistono agglomerati industriali. Vero che lo stesso era delegato di Montefalcione, e che il medesimo discorso possa applicarsi per Adiglietti (delegato santangiolese). Vero che Lanza è primo cittadino di Flumeri, paese che invece ospita un’area industriale enorme (tra le più importanti e tra le più in crisi salvo riapertura Irisbus). Ma si continua a non capire perché lo schema adottato per il comitato provinciale sulla sanità (dove risiedono sindaci protagonisti a vario titolo nel discorso sanità, e a costi pari allo zero) non debba essere riproposto per l’industria (con costi immensamente e forse scandalosamente più alti).
In verità si capisce pure, ed è ovviamente la ragion politica. Ma se De Luca e Lepore vogliono contrastare proprio l’esclusiva ragion politica, beh allora i due sono attesi alla prova di fatti all’indomani dell’estate: riformare le Asi, non soltanto tagliando i costi e riducendo i debiti ma dando ai suoli industriali linfa vitale. Diversamente si dovrà utilizzare la formula “delle due l’una”. O quelli di De Luca e Lepore risulteranno alla fine abusati proclami propagandistici. Oppure i due non saranno stati in grado di abbattere le vecchie logiche e i vecchi schemi. In ogni caso attendiamo con fiducia.