I sindaci dell’Alta Irpinia dicono no alla possibile riapertura immediata della Ema di Morra De Sanctis. Prima tra le grandi fabbriche dell’area a chiudere gli stabilimenti per contenere il contagio da coronavirus, l’azienda ora vorrebbe ritornare a produrre per conservare la leadership sul mercato. Una decisione che sarebbe stata avallata pure dalla Prefettura di Avellino, ma che è destinata a far discutere. E infatti le fasce tricolori hanno subito scritto allo stesso Palazzo di Governo, al governatore della Campania Vincenzo De Luca e all’Asl Avellino per chiedere la revoca del provvedimento e l’avvio di un tavolo di discussione. La lettera era stata preceduta da una nota interna dell’azienda a rappresentanti sindacali e lavoratori, in cui si evidenziava la necessità di una ripresa produttiva “nel rispetto delle misure già in precedenza adottate e implementate per la sicurezza del lavoratore. A tal proposito proseguirà la Cigo con un ricorso a circa il 50% della forza lavoro (produzione) a turnazione ed a smart working per parte degli indiretti“. A stretto giro sono stati informati i sindaci del territorio.
IL DOCUMENTO – “I sottoscritti sindaci dei Comuni di Andretta, Aquilonia, Bagnoli Irpino, Bisaccia, Cairano, Calabritto, Calitri, Caposele, Cassano Irpino, Castelfranci, Conza della Campania, Guardia dei Lombardi, Lacedonia, Lioni, Montella, Monteverde, Morra de Sanctis, Nusco, Rocca San Felice, Sant’Andrea di Conza, Sant’Angelo dei Lombardi,Senerchia, Teora, Torella dei Lombardi, Villamaina PREMESSO
– di aver avuto conoscenza in via informale circa la volontà della EMA SPA di riavviare il ciclo produttivo a partire da lunedì 06 aprile;
– che una simile scelta, adottata nel momento di maggiore criticità della emergenza COVID-19, rischia di vanificare tutti gli sforzi di contenimento del contagio fin qui posti in essere dai Comuni;
– che la concentrazione di oltre 700 dipendenti provenienti da numerosissimi paesi, tra i quali alcuni duramente colpiti dal contagio, costituisce condizioni di rischio per ciascuna comunità di provenienza;
– la riapertura il giorno 6 aprile, peraltro, coinciderebbe con la settimana Santa sicché risulterebbe ragionevole rinviare ogni ipotesi di riapertura dell’Azienda quanto meno fino a martedì 14 aprile, consentendo nelle more un incontro tra tutte le parti interessate per approfondire la questione;
CHIEDONO alla S.V. di voler revocare, inaudita altera parte, il provvedimento adottato ai sensi dell’art. 1 comma 1 lettera h) del DPCM 22 marzo 2020 col quale, in deroga al divieto stabilito a livello nazionale, ha autorizzato l’esercizio delle attività da parte della società EMA; istituire un tavolo istituzionale con la partecipazione della azienda EMA, Parti Sociali e Sindaci del territorio onde definire tempi e modalità della ripresa della produzione. I sottoscritti Sindaci, in considerazione del grave rischio per la salute pubblica derivante dalla ripresa dell’attività industriale ed in assenza di tempestivo provvedimento di revoca, preannunciano l’adozione di specifiche e restrittive ordinanze ex art. 50 TUEL per la tutela della salute dei lavoratori e delle rispettive comunità. Certi di poter contare sulla consueta sensibilità istituzionale, si rimane in fiduciosa attesa dell’invocato provvedimento di revoca.