Insieme alla vicenda ambientale c’è la questione criminale. A Lacedonia e dintorni lo denunciano da mesi, ora il confronto tra comitati e amministrazioni si fa più serrato. L’estate e l’inizio dell’autunno, per no andare troppo indietro, hanno fatto registrare un discreta scia di mezzi bruciati ed altri episodi sospetti. Di sicuro dolosi, probabilmente collegati all’eolico. Addirittura l’incendio delle rotoballe, come recentemente denunciato da un comitato sul Quotidiano del Sud, sarebbe collegato alle pale.
A Lacedonia si sono ritrovati sabato vari gruppi che intendono portare avanti la battaglia per un ambiente sano, in tutti i sensi. “Affrontare la questione ambientale a trecentosessanta gradi, serve l’azione di altri partiti politici e dell’associazione Libera, se è vero che questo territorio sta conoscendo un proliferare di eventi criminosi l’ultimo dei quali ha colpito solo una settimana fa il fondatore del comitato di Lacedonia (le rotoballe appunto, ndr). Fenomeni di questo tipo legati all’eolico nell’Alta Puglia sono sotto l’attenzione della Commissione parlamentare Antimafia”. Queste le parole del coordinatore Sel, Raffaele Aurisicchio. Due le amministrazioni presenti al summit presso il museo della Religiosità popolare, Calitri e Aquilonia, scrive il collega Domenico Bonaventura su LaNostraVoce.
Michele Solazzo, del comitato No all’eolico selvaggio di Bisaccia, ha parlato di “metodi mafiosi utilizzati da molti affaristi che hanno ormai inquinato il nostro territorio. Ci hanno asfaltato completamente. Una sfilza di attentati”. Insomma, il territorio più lontano dal capoluogo chiede attenzione. Da chi combatte le mafie e dalla politica. Perché secondo Rocco Pignatiello, Laboratorio della Sinistra “quando non c’è controllo si può aprire uno scontro tra le società che vogliono accaparrarsi un territorio che è il migliore dal punto di vista della ventosità”.
Fa tuttavia riflettere che il tutto non sia passato per il tavolo del Progetto Pilota. Anche perché sono le amministrazioni ad avere il primo contatto con le società del vento. E in effetti lo stesso Pignatiello ha chiesto un consiglio comunale allargato a dieci comuni.