Eolico in Alta Irpinia e Vallo Lauro, parla Libera: ‘Sbagliato sottovalutare’

Francesco Iandolo, referente del coordinamento provinciale di Libera Avellino, cosa pensa delle dichiarazioni del Prefetto Carlo Sessa ? A proposito del Vallo Lauro, il titolare della Prefettura avellinese ha dichiarato che non c’è un’emergenza, che non serve l’intervento dell’esercito e le forze dell’ordine stanno setacciando il territorio. E’ veramente così?

Che la si voglia chiamare emergenza o meno, ci sono sicuramente una serie di episodi e di fatti di cronaca importanti che sono successi negli ultimi quattordici mesi. Attentati intimidatori, omicidi e tentati omicidi, un clima sicuramente pesante dovuto anche a qualche scarcerazione eccellente avvenuta proprio nello scorso anno. A questi episodi stanno sicuramente rispondendo con decisione le forze dell’ordine e ne sono la dimostrazione le ultime operazioni condotte su quel territorio, ma c’è bisogno di fare ancora qualche sforzo maggiore.

Ma la soluzione è l’esercito, invocato anche da alcuni esponenti politici dell’area, o al Vallo Lauro serve altro?

La soluzione non può e non deve essere l’esercito perché non è questa la strada giusta per risolvere il problema. A cosa servirebbe militarizzare le strade e le piazze di quei paesi? Solo a svuotarli ancora di più, a far prevalere la rassegnazione sulla speranza. Invece quegli spazi devono essere letteralmente ‘riconquistati’ dalla popolazione che deve togliere il terreno sotto i piedi anche attraverso la presenza nei luoghi della socialità. Al Vallo servirebbe un forte investimento nell’educazione. A partire dalle scuole ad arrivare agli oratori, alle associazioni. Serve stare insieme e lavorare insieme per un futuro diverso. Lavorare insieme per sentirsi meno soli e per vedere che il cambiamento è davvero possibile.

A proposito di cambiamento possibile, la recente apertura del Maglificio 100Quindici Passi è stata anche l’occasione per Libera di denunciare numeri alla mano quella che sembra essere una riorganizzazione sul territorio della camorra anche attraverso episodi violenti. Quali saranno i prossimi passi di Libera per fronteggiare tutto questo?

Noi proviamo a ‘organizzare’ la speranza. Cioè tentiamo di mettere insieme tutte le forze sane del territorio che hanno voglia di contrastare la criminalità organizzata attraverso l’animazione sociale sul territorio fatta di educazione alla legalità, la lotta per i diritti e per la dignità, un lavoro costante per la giustizia sociale. Richiamiamo a una responsabilità collettiva e condivisa dove ognuno può fare la sua parte. Abbiamo voglia di costruire la speranza anche attraverso la memoria, non solo delle vittime innocenti, ma delle tante ferite che hanno segnato quei luoghi e che siano da sprone per organizzare una reazione che sappia raccontare la bellezza dell’impegno e che, quindi, sappia anche valorizzare il territorio.

Il Prefetto ha anche aggiunto che in Alta Irpinia sull’eolico esiste un problema di regolamentazione, amministrativo quindi. Parlare di criminalità genera allarme. Eppure le amministrazioni e i comitati nei giorni scorsi hanno avanzato denunce abbastanza chiare. Si sta facendo lotta ambientalista sfruttando il filone antimafia o invece era ora che qualcuno alzasse la voce?

L’unico modo per capire i fenomeni è catalogare, analizzare e studiare gli episodi di cronaca che attraversano i nostri territori. Questo è il modo migliore per evitare facili conclusioni che non giovano a nessuno. Non bisogna dire a tutti i costi che è una questione di mafia, ma soprattutto non bisogna nemmeno escluderlo a priori perché significherebbe non considerare una possibilità. Ecco, non possiamo non comprendere la preoccupazione dei tanti cittadini e dei comitati dell’Alta Irpinia che non solo chiedono una risoluzione politico-amministrativa al problema dell’eolico selvaggio, ma ci interrogano e ci chiedono di capire di più. Proprio perché è risaputo che le mafie si muovono dove ci sono interessi economici, come in questo caso, è giusto chiedere che venga fatta la massima chiarezza su questi episodi a tutela di un intero territorio e della sua popolazione. Ce ne fossero di più di comunità come queste che alzano il livello di attenzione facendo crescere anticorpi sani per tenere lontana la criminalità organizzata dai propri territori.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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