“Siamo il terzo produttore in Italia con il 6,2% dell’energia eolica nazionale. Il numero delle pale è destinato a crescere, in pochi anni produrremo energia per 300mila famiglie, sempre che restino famiglie in questi luoghi. Ormai non esiste più alcuna distinzione tra eolico ed eolico selvaggio perché tutto ciò che è superfluo diventa selvaggio”. L’architetto Enzo Tenore ha chiarito ancora una volta i timori dei dieci comitati che hanno aderito al Coordinamento dei comitati ambientali dell’Alta Irpinia. Lo ha fatto davanti a una sala del museo etnografico “Tartaglia” di Aquilonia gremita, dove cittadini, attivisti, sindaci, sindacalisti e istituzioni si sono ritrovati nel pomeriggio per discutere di eolico. Incontro chiesto a gran voce dal Coordinamento e sulla cui opportunità era convenuto anche il presidente della Città Alta Irpinia Ciriaco De Mita.
Il sindaco di Nusco, guida formale del Progetto Pilota, ad Aquilonia non c’era. C’erano invece molti amministratori, innanzitutto quelli dell’Irpinia d’Oriente, la sub-area dell’Alta Irpinia interessata maggiormente dal proliferare dell’eolico. Hanno ascoltato le criticità e le richieste di cui Enzo Tenore si è fatto portavoce: un incontro con il governatore De Luca per la presa in carico della moratoria sottoscritta dai 22 sindaci in attesa dell’approvazione del Pear; la stessa moratoria riconosciuta conditio sine qua non del protocollo finale del Progetto Pilota; una legge regionale di indirizzo e programmazione sulla materia ambientale; controlli sulle procedure di concessione degli incentivi governativi per l’eolico. E ancora: l’istituzione del Parco regionale rurale coincidente con l’area del Progetto Pilota, l’intervento preventivo e conoscitivo della commissione Antimafia e la definizione di un vincolo in accordo con la Soprintendenza. “Ci hanno sempre detto che qui non c’è niente e nel nulla si autorizza tutto”, ha concluso Tenore: “Il Pear da solo non basta”.
Potrebbe non bastare, anche secondo la lettura della presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio. “Mi riservo di approfondire meglio nei prossimi giorni, ma mi arrivano notizie da Roma secondo cui la legge di stabilità recentemente approvata dal Governo accentra ulteriormente la materia energetica, non solo per quanto riguarda gli idrocarburi – ha annunciato preoccupata – Confermo il mio impegno a tutelare questi territori, come ho fatto già contro le trivellazioni. C’ho sempre messo la faccia e continuerò a farlo: mi sono più volte interfacciata con Bonavitacola sull’argomento e però, in ragione del mio ruolo, mi permetto di dire che mi aspetto che vengano presentate delle proposte di legge, anche dall’opposizione”. Un impegno ribadito e condiviso dal consigliere regionale Carlo Iannace che ha preso parte ai lavori moderati da Norberto Vitale.
“E’ assurdo che a paladini di queste battaglie si innalzi gente che ha sostenuto lo Sblocca Italia. Io non mi renderò complice – ha attaccato il deputato pentastellato Carlo Sibilia – però è chiaro che va sensibilizzata la maggioranza di governo”.
Poi è toccato ai sindaci farsi avanti, mentre all’esterno imperversava una bufera di neve. “Già dieci anni fa io e il sindaco di Bisaccia denunciavamo in Regione le procedure errate delle conferenze di servizi – ha ricordato il primo cittadino di Lacedonia, Mario Rizzi – Ora vedo che sul minieolico stanno tentando di scavalcare i Comuni. Quando me ne sono accorto, l’ho subito denunciato andando dal Prefetto”. Per Rosanna Repole da parte dei sindaci c’è stata già una presa di posizione chiara attraverso la moratoria: “Mi interessa molto la possibilità di confronto con la Soprintendenza per la definizione dei vincoli – ha aggiunto il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi – visto che il mio Comune è toccato anche dal discorso elettrodotti”. “Per la prima volta vedo amministratori non soli, ma che parlano di idee e progetti con la parte migliore delle comunità”, ha invece sottolineato il sindaco di Teora Stefano Farina.
In apertura aveva preso la parola il delegato del Vescovo Cascio, Don Rino Morra. “L’impegno della Chiesa e della Diocesi sui temi ambientali – ha ricordato – viene da lontano ed è in sintonia con quanto avevano fatto i predecessori di Cascio. C’è un tema da non sottovalutare ed è quello dello smaltimento delle pale eoliche perché su questo territorio abbiamo già un’altra grande ferita, i capannoni e i suoli industriali vuoti e abbandonati. Facciamo attenzione”.