Sala gremita nella biblioteca di Atripalda per la visita di Guglielmo Epifani venuto in Irpinia a sostegno della candidatura di Rosetta D’Amelio alle Regionali.
“Ringrazio Epifani che ha sempre messo al centro del suo impegno anche le esigenze dei piccoli comuni – ha esordito D’Amelio – Il PD se perde il rapporto con i lavoratori, perde la sua natura di partito della sinistra. Riconosco a Renzi il merito di averci portati nel Pse, ma questo deve essere tradotto in azioni coerenti a livello nazionale”. La consigliera regionale uscente ha poi elencato i disastri di Caldoro, partendo dalla sanità: “Il codice 75, che significava assegnazione di due posti di rianimazione all’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi non è stato applicato; nel privato ci sono grossi timori di infiltrazioni camorristiche”. Ma ha anche ricordato che il cavallo di battaglia del M5S, il reddito di cittadinanza, lo aveva sperimentato lei in Campania da assessore. “Bassolino mi chiamò quando ero assessore alle 10 di sera e mi fece ritornare a Napoli perché c’erano 10 disabili che protestavano, Caldoro ha avuto il coraggio di tenere la porta di Palazzo Santa Lucia chiusa davanti a 53 sindaci e un vescovo che protestavano contro la chiusura dell’ospedale di Bisaccia”.
L’INTERVENTO DI EPIFANI – “Non si è riuscito qui e altrove a fare un confronto sui temi e sul merito. L’astensionismo va arginato perché per governare serve avere una legittimazione forte”. Nel merito allora ci è entrato lui: “Sulla politica industriale o portuale la Regione è intervenuta concretamente? Sulla Irisbus, chi si è mosso? Vogliamo parlare di trasporto pubblico locale? Qui nelle aree interne è migliorato o peggiorato?”. La sfida di domenica quindi per l’ex segretario della Cgil è il cambiamento rispetto a chi non ha risolto i problemi nonostante 5 anni fa godesse di una forza politica diversa da quella attuale. “Ha ragione Rosetta quando dice che bisogna rimettere al centro i temi della sinistra. Sulla scuola ad esempio non va bene: è giusto riformare, ma non in questo modo. La prima libertà è quella di trovare lavoro laddove ci si è formati. Il resto di Europa corre e noi dobbiamo iniziare a camminare e abbiamo bisogno di chi si fa carico del riscatto del Mezzogiorno”.
Tra i relatori anche Luigi Tuccia, vicesindaco e consigliere provinciale, il segretario del circolo PD Gerardo Malavena e Emanuela Auriemma del direttivo democratico locale.