Fabrizio Moro è energia, la piazza di Lioni un inno alla pace

Viale VI Novembre e la piazza di Lioni brulicano di persone alla ricerca di un posto per seguire il concerto di Fabrizio Moro. Al lato destro del palco, al centro, sulle panchine, sotto gli alberi: ogni angolo diventa quello ideale. C’è gente arrivata anche da fuori regione e poi tanta Campania: un gruppo da Apice e un altro da Sparanise sono da ore dietro le transenne. Alla fine saranno circa 15mila i presenti. Lioni è tappa del “Pace Live Tour 2017” iniziato il 24 giugno a Sanremo che finirà  il 6 settembre a Sesto San Giovanni (MI). Fabrizio Moro  ha presentato il suo nuovo disco di inediti “Pace”, già in vetta alla classifica dei dischi più venduti della settimana. Insieme a lui Alessandro Inolti (batteria), Claudio Junior Bielli (tastiere), Roberto Maccaroni (chitarra), Danilo Molinari (chitarra) e Andrea Ra (basso).

 

L’attesa è tanta: foto, selfie, video. Il cantautore si fa attendere e i fan diventano sempre più impazienti, alcuni hanno preso posto sotto il palco ore prima pur di riuscire a veder un pò meglio. Si spengono le luci. Cala il silenzio. Inizia a intonare “Pace” dal backstage, poi si fa avanti: jeans, maglietta nera smanicata e l’immancabile cappello in testa. È un Fabrizio Moro scatenato, pieno di energia e di vita che salta, balla, incita la folla, stuzzica gli altri componenti della band, corre. Canta sei canzoni senza fermarsi un attimo: è un’esplosione di gioia. Il display a led dietro di lui è pieno di colori sgargianti e luminosi che rischiarano la folla. Poi buio, luce soffusa. “Ciao grandi, ciao a tutti, grazie per questo fantastico benvenuto”. La gente impazzisce, applaude, grida il suo nome.

 

 

Sarebbe banale e superfluo commentare con qualsiasi parola”- continua il cantante brandendo la bandiera della Pace, omaggio del sindaco Yuri Gioino: un richiamo al titolo del tour e un messaggio importante nel giorno in cui ancora una volta l’Europa viene scossa da un attentato. “Spero di portare serenità qui, in ognuno di voi”, con la bandiera si copre il volto, il capo. Una delle peculiarità della sua musica è quella di essere un modo alternativo e allo stesso tempo incisivo per denunciare problemi reali che attanagliano la società: dalla mafia al caso Cucchi, dalla guerra al carcere. La scaletta del tour è un viaggio introspettivo nel suo mondo pieno di ostacoli e di gioie, di lacrime e di sorrisi, è il suo cammino, il suo percorso, la sua vita in un alternarsi continuo tra passato e presente. Un viaggio terapeutico che gli ha insegnato a mettere da parte alcune paure e ad impugnare a due mani il coraggio. Una ricerca continua di pace, singolo con cui apre spesso i concerti, un vero e proprio grido di aiuto, una speranza per se stesso e per tutti. “È solo amore”, “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Il peggio è passato” sono i pezzi fissi, stelle luminose nel suo naufragare. Alcuni brani sono più rock e mettono in risalto il suono vibrante delle chitarre e la sua voce graffiata.

 

 

 

L’atmosfera si fa più calda quando le canzoni sono intime: “Il senso di ogni cosa”, “Giocattoli”. Il palco si tinge di ambra: Moro sussurra “Sono solo parole”, canzone affidata a Noemi. Rompe ogni distanza con il suo pubblico attraverso un dialogo continuo fatto di gesti, di parole e di sguardi. Fa sentire tutti vicini, anche quelli che stanno accanto alla statua del leone e non riescono a vedere bene il palco. La gente canta insieme a lui, a volte lo precede. La musica scorre con passione e forza attraverso viale IV Novembre.
Un “OOOOH” generale accoglie uno dei brani più attesi della serata: “Portami via”, successo di Sanremo dedicato alla figlia Anita di tre anni che lo ha aiutato a venir fuori, inconsciamente, da un periodo buio. È la sua roccia, la sua àncora di salvezza, la sua promessa di rinascita. Moro non nasconde l’emozione che gli attraversa gola e anima, quasi non riesce a cantare e lascia che siano i suoi fan a completare le frasi. Poi “Pensa”, “Parole, rumori e giorni” chiudono una serata magica.

 

Un abbraccio collettivo parte dal palco e raggiunge tutti, anche le famiglie sui balconi, le persone sedute davanti ai bar, accanto alla croce di pietra. “Siamo arrivati alla fine ragazzi”, urla Moro.Grazie per questo amore, per questo straordinario amore. I ragazzi non si accontentano, vogliono ascoltare ancora le sua musica, chiedono il bis e vengono accontentati. Sembra che anche lui si sia affezionato a quella piazza, a quella gente così variopinta. Il cantante chiede di poter fare una foto: ama creare empatia. “Click”: è un’istantanea per il figlio che oggi compie gli anni e che non vede da un mese. In suo onore canta Libero, pezzo omonimo uscito nel 2008. Moro fa il giro del palco, saluta e bacia virtualmente tutti. “Ciao belli”.

(servizio fotografico a cura di Ferdinando Squarciafico) – Per vedere la gallery completa clicca qui
Giusi Rosamilia

Nata nel 1990, si è laureata alla triennale di Editoria e Pubblicistica, ha proseguito gli studi con la Magistrale in Informazione, editoria e giornalismo e un Master in Comunicazione e Giornalismo di moda. Vicedirettrice del periodico “Altirpinia", collabora con varie riviste tra cui Fashion News Magazine e Chic Style. Ama la scrittura, la moda e gli animali. Solare, determinata, sognatrice.

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