“Sono abituata a militare alla guida di un partito e se la mia presenza come capogruppo deve servire da alibi a qualcuno, consegno agli amici del gruppo Pd le mie dimissioni. Tolgo il disturbo, non è una fuga. Continuerò a militare all’interno del Pd”. Così la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale ad Avellino nel corso della prima seduta post scandalo Acs. Un consiglio convocato in via straordinaria proprio per provare a fare chiarezza dopo il clamore suscitato dall’inchiesta della Procura.
“Sono in quest’aula da anni e non si è mai vissuto un momento simile e se alla riunione convocata nel pomeriggio registro, al netto della presenza, l’assenza del comitato di reggenza e di consigliere del gruppo Pd, anche io devo prendere atto dell’evidenza. Se io sono persona non gradita all’interno di questo gruppo consiliare. Se creo imbarazzi all’interno di questo partito provinciale perché ho osato dire che un partito grande si confronta nei circoli, nelle sedi istituzionali, non vado via. Resto nel Partito Democratico che ho in testa io, fatto di culture diverse. Rimango nel Pd, ma non voglio essere un pretesto”.
Poi l’appello a Foti: “Sindaco, siamo di fronte all’evidenza. Non ci sono i margini con questa maggioranza a queste condizioni. Fa bene lei ad aprire un dibattito laico con questo Consiglio comunale. E’ il solo modo che ha per uscire dalle sabbie mobili di quella politica in cui lei e io non ci riconosciamo”.