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Geometra di Lioni, l’appello di Lucido: ‘Salviamolo insieme dalla chiusura’

del professore Vincenzo Lucido, ex dirigente scolastico dell’istituto “Vanvitelli” di Lioni

“Salviamo l’indirizzo per geometri del Vanvitelli di Lioni. E’ l’appello che mi sento di rivolgere da ex preside e da cittadino dell’Alta Irpinia alla notizia della soppressione della seconda classe dell’indirizzo già per Geometri ora CAT, Costruzioni Ambiente Territorio, preludio di fatto all’estinzione dell’intero indirizzo che ha già suscitato sconcerto unanime rabbia e delusione.
Questi sentimenti cosi diffusi non solo tra gli addetti ai lavori, ancorché legittimi e comprensibili, vanno però incanalati in azioni mirate unitarie, propositive ai vari livelli, nella speranza di scongiurare questo che rappresenta un vero colpo al cuore del sistema scolastico dell’Alta Irpinia, trattandosi di una istituzione ultracinquantennale che ha formato intere generazioni di professionisti, che ha visto alla guida illustri Presidi che hanno favorito l’introduzione delle più moderne metodologie didattiche ed hanno avviato fattive collaborazioni con prestigiose aziende del settore proprio per l’indirizzo CAT, dove hanno prestato e tuttora prestano la loro preziosa opera valorosi docenti stimati e ricordati per rigore professionale, per competenza e per disponibilità umana non comuni.
Insomma un vero prestigioso punto di riferimento per studenti, famiglie, istituzioni.

La decisione assunta dall’Ufficio scolastico Provinciale è, di per sé, ineccepibile sul piano formale, dei numeri e delle norme legislative in vigore in materia. Solo che alla Scuola non possono essere applicati parametri esclusivamente aziendalistici che si basano su costi benefici e privilegiano esclusivamente il profitto. La Scuola è altro, molto altro, ben altro. La Scuola, come la Sanità, la Giustizia ed altri servizi essenziali debbono essere garantiti dallo Stato e debbono essere sottratti alla logica del costo beneficio. In particolare la Scuola è un presidio di cultura ed irrinunciabile centro di formazione di professionisti e cittadini, future classi dirigenti, di cui lo Stato deve farsi carico indipendentemente dai costi per garantire a tutti pari opportunità ed evitare la sistematica divisione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B che magari hanno la colpa di essere nati in territori naturalmente e storicamente svantaggiati. La soppressione di un così importante indirizzo priverebbe il nostro territorio di una importante istituzione che ha svolto un ruolo fondamentale in oltre mezzo secolo di attività, le cui nefaste conseguenze si potranno, purtroppo, valutare nella loro drammaticità solo nel futuro.

Sarebbe l’ennesimo scippo alle aree interne di cui tanto ci si riempie la bocca, ma non si producono segnali incoraggianti per frenare la inesorabile desolante desertificazione di cui lo svuotamento delle aule scolastiche e diretta conseguenza. Ieri la soppressione dei Tribunali cosiddetti minori dove però si assicurava immediatezza di giustizia peraltro a costi di gran lunga inferiori, poi gli uffici finanziari e poi ancora gli Ospedali mai pienamente funzionanti nonostante precise delibere regionali in materia e la complessiva organizzazione della sanità ben lontana dai LEA o LEP ed acuita da questa drammatica situazione dei contagi. Oggi, ultima solo in ordine di tempo, le scuole: si sta di fatto sguarnendo il territorio di importanti ed irrinunciabili servizi con ricadute incalcolabili sul piano sociale. A tutto questo non è estraneo, anzi ne è la diretta conseguenza, l’inesorabile calo demografico che sta privando il territorio delle zone interne della dorsale appenninica e dell’Alta Irpinia, in particolare, di presenza umana, soprattutto giovanile presupposto di qualsiasi ipotesi di crescita e di sviluppo. Si innesca e, purtroppo, non da ora, un perverso meccanismo dal quale e difficile uscirne senza un sostanziale cambio di rotta delle politiche governative e la formazione di una classe dirigente capace di costruire il cambiamento. In effetti è il cane che si morde la coda: la mancanza di lavoro non consente ai nostri giovani di fermarsi o di tornare nei nostri paesi, non si creano famiglie, non nascono figli, quindi meno utenti della scuola e, paradossalmente, anziché migliorarli e potenziarli tagli ai servizi.

A questo si aggiunga una mancanza di politica scolastica seria ed organica più tesa a soddisfare interessi del territorio che dei singoli, un moltiplicarsi di istituzioni e di indirizzi senza una logica unitaria e senza tener conto dei bisogni formativi degli alunni e delle richieste del territorio mentre il numero degli alunni decresceva ogni anno. Non mi sono mai iscritto men che mai lo faccio ora per formazione e onestà intellettuale, al partito di chi impanca facili processi con sentenze precostituite nei confronti degli altri sempre responsabili, riservandosi comode e rassicuranti autoassoluzioni personali. Anche noi come istituzioni scolastiche abbiamo le nostre responsabilità: abbiamo peccato di eccessivo personalismo ritenendo la nostra scuola se non addirittura noi stessi sempre primi della classe, al centro dell’universo. Non sempre o, quasi mai, abbiamo dialogato con umiltà e responsabilità con le altre istituzioni scolastiche e non del territorio, abbiamo forse dato scarsa importanza ad un orientamento e riorientamento serio e responsabile che ponesse al centro l’alunno con le sue potenzialità, le sue inclinazioni i suoi interessi da assecondare ed esaltare e non invece dei numeri da accaparrarsi per far lievitare il numero degli iscritti e salvaguardare magari la dirigenza indipendentemente dal successo scolastico dell’alunno.

Ma ora non è il momento delle polemiche o delle analisi retrospettive, pure importanti per una corretta storicizzazione del processo e per comprendere appieno la portata del problema. Questo è il momento dell’unità vera, concreta, leale, operativa di tutti gli attori protagonisti presenti sul territorio: Istituzioni locali guidate dal Comune di Lioni il cui Sindaco Gioino ha mosso i primi passi ufficiali, i Comuni del Progetto Pilota guidati dal presidente De Mita, famiglie, studenti, Presidi e Docenti che pure hanno dato tanto per il passato, tutti debbono sentirsi chiamati alle armi e prendere coscienza della situazione seria e delicata che stiamo vivendo e ancor più drammatica vivremo. Se per il passato non siamo stati capaci, per miopia politica, per ottuso personalismo nella speranza che dalle divisioni nelle comunità e tra le comunità potessero aprirsi spazi personali, di realizzare una vera unità di popolo dell’Alta Irpinia, ora, finalmente, spinti dalla consapevolezza che le varie istituzioni e servizi, Ospedali, Tribunali, Uffici vari, scuole possono trovarsi in questo o quel paese ma non sono di quel paese, ma appartengono a tutta l’Alta Irpinia e servono l’intero territorio, dobbiamo essere più che mai uniti e capaci di difenderle con le unghie indipendentemente da logiche di appartenenza politica e territoriale.

Io sono di Sant’Angelo, ma oggi più che mai, e non solo perché sono stato Preside del Vanvitelli di Lioni al quale mi sono donato totalmente insieme con i miei collaboratori, profondendo tutte le energie ed ogni impegno per migliorarne l’offerta formativa e farne sempre più una Comunità educante, mi sento di Lioni e cittadino altirpino, pronto a difendere questa gloriosa istituzione o, comunque, per battermi per trovare le opportune soluzioni che dovranno per forza di cose essere in deroga alle norme vigenti, sapendo che il territorio e le sue istituzioni appartengono a tutti e che come e stato autorevolmente detto nessuno si salva da solo.

I numeri non mentono, sulla scuola l’Alta Irpinia è senza visione

foto di repertorio

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