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Geometra di Lioni, Vespucci: ‘Scuole altirpine verso la morte termica’

“Chi conosce il secondo Principio della Termodinamica sa che in un sistema fisico (ma per analogia, qualsiasi altro, economico, sociale, compreso l’intero Universo!) si può misurare il grado di disordine interno mediante una grandezza, nota ai molti, chiamata entropia: questa unità di misura, può essere anche definita come energia degradata, calore, incapace di compiere lavoro. Ebbene, il 2° Principio afferma che in un sistema isolato, lontano dall’equilibrio termico, l’entropia tende ad aumentare nel tempo, finché non si è raggiunto l’equilibrio assoluto: al massimo dell’entropia si parla di morte termica!

Si parva licet, la situazione della scuola superiore (per non dire dell’intera Alta Irpinia) sta lentamente scivolando verso questo destino, e ci sono tutte le condizioni, poiché dal dopo terremoto ad oggi, il sistema socio economico del nostro territorio è passato da sistema aperto (con grandi scambi di energia: risorse umane, finanziarie e materiali) a sistema chiuso (scambi solo di risorse finanziarie e materiali), a sistema isolato: risorse umane [ricche di “energia” ideale] in uscita e quasi nessun ingresso, nemmeno finanziario e materiale, se si escludono i pochi trasferimenti dello Stato, le pensioni ed i pochi salari degli occupati”. Inizia così la riflessione inviataci dall’ex dirigente scolastico degli istituti Maffucci di Calitri e Vanvitelli di Lioni, Gerardo Vespucci, sulla situazione delle scuole altirpine e in particolare sulla possibile chiusura del geometra lionese per il ridottissimo numero di iscritti.

“Queste cose ce le ripetiamo di tanto in tanto: qualcuno organizza convegni per mostrarsi attento ai problemi; i sindaci le usano per piatire un finanziamento regionale; la “società civile” impreca e si lamenta; i giovani se ne vanno; ed avanti così, per un altro giro di giostra. Nessuno che si soffermi veramente, che applichi la semeiotica medica, che ne faccia uno screening scientifico, mediante l’utilizzo dei numeri (ahi quella matematica così ostile al dolce dormire!), nonostante ciò ognuno si sente legittimato a formulare diagnosi, spesso grave o gravissima, ad avanzare una terapia, anche a base di buone raccomandazioni o aspirine, e ad esprimere una ipotesi di prognosi, sempre benevola, perché il proprio impegno è “assicurato e non mancherà”, specie se uomo delle Istituzioni.

Intanto, l’Alta Irpinia – ma non lo scriverò più, lo giuro! – in 40 anni, dal 1980 ha perso 20 mila persone – da 80.000 nel 1981 a 59.700 nel 2020 – di cui almeno 12 mila giovani oltre i 25 anni, di cui 8.000 laureati. A questo punto, spero, che qualcuno mi dirà: ma non volevi parlare della fine degli Istituti Tecnici in Alta Irpinia? Si, ne sto parlando, infatti. I nostri 25 Comuni alimentano con i propri ragazzi ben 5 Istituti Superiori, oltre a plessi aggregati: Montella (Nusco, Bagnoli); Lioni; Sant’Angelo (Caposele); Calitri (Calabritto); Lacedonia; oltre Bisaccia, col suo ITI, sezione annessa al Fermi di Vallata. In questi Istituti frequentano circa 2500 alunni: 1500 iscritti nei vari Indirizzi liceali (Montella, Nusco, Caposele, Sant’Angelo, Calitri e Lacedonia) e 1000 iscritti tra Istituti Professionali e Tecnici (Montella, Bagnoli, Lioni, Sant’Angelo, Calitri, Bisaccia e Lacedonia)”, continua l’ex dirigente santandreano.

“È banale affermare che i nostri ragazzi preferiscono iscriversi ai Licei, tanto che per ogni 2 iscritti tra Professionali e Tecnici ci sono 3 ai Licei: anche quest’anno al termine delle iscrizioni di gennaio, su 474 in totale ben 284 sono iscritti nei Licei, e solo 190 nei Professionali e Tecnici, con il consueto dato positivo di iscritti all’Alberghiero piuttosto che al Meccatronico o al Sociosanitario (vale, inoltre ricordare che il numero di iscritti in terza media era di 550 lo scorso anno, ora di 474 ed il prossimo anno meno di 450). Ho denunciato da almeno tre anni la tendenza che ora è davanti agli occhi di tutti, rischiando anche l’impopolarità, affermando che gli iscritti ai Licei (solo per la cronaca, a Calitri gestivo il Liceo scientifico ed il Liceo artistico) tolgono iscritti ai Tecnici e Professionali, contribuendo alla desertificazione dei nostri paesi, visto che i Licei portano alla laurea e la laurea alla fuga da qui.

“Cosa ci dice se non questo, ad esempio, il numero degli iscritti al liceo linguistico di Sant’Angelo per il prossimo anno, pari a 49? Cosa ne sarà del nostro territorio? E se almeno dieci di essi avessero scelto i Tecnici, magari il Geometra? Credo che chi voglia ragionare di scuola debba porsi questi quesiti e non fare affermazioni tanto roboanti quanto vuote, a babbo morto: le domande vere sono, come si dovrebbero orientare i giovani verso i Tecnici ed i Professionali? Come si valorizza davvero il territorio? Sappiate che non si chiudono solo le due classi del Geometra (CAT), ma si chiudono anche le prime dell’Agrario di Calitri e di Calabritto: ne vogliamo parlare? E possiamo interrogarci su come sia possibile che i ragazzi di Lioni si iscrivano in massa a Sant’Angelo svuotando Lioni? Queste sono domande che chiedono risposte non episodiche o emotive: bensì studio, con scienza e coscienza”, aggiunge Vespucci.

Poi il docente spiega nel dettaglio il problema: “La questione del Geometra di Lioni, che mi ha mosso a scrivere questo intervento, dopo aver letto altre riflessioni tardive, è tutta in questi numeri: un solo iscritto al primo anno; quattro iscritti al secondo. La signora mamma di Torella (il riferimento è alla denuncia di una madre consegnata al consigliere regionale Vincenzo Ciampi nei giorni scorsi, ndr) si chiede: come si sia fatto intraprendere un percorso lo scorso anno e poi ora dire basta e cambiare? Si dà il caso che lo scorso anno la classe l’ho autorizzata io e che se questa è stata una colpa allora dobbiamo intenderci e deciderci. In verità, e forse la signora non lo sa, lo scorso anno avevamo 9 iscritti, di cui un disabile, per cui la forzatura fu limitata: poi, però, l’alunno disabile nel tempo è andato via, e non ha riproposto l’iscrizione a Lioni, mentre ben 4 allievi si sono ritirati. Non credo che la DS che mi ha sostituito, davanti a quattro iscritti potesse chiudere la classe: davvero sarebbe stato un crimine. Oggi, però, il nodo è venuto al pettine e sebbene la DS intelligentemente abbia proposto all’USP di tenere in vita la classe anche a costo zero, utilizzando personale a disposizione, non è stato possibile procedere, perché è emerso chiaramente che il Ministero, non autorizzando ufficialmente la classe, renderebbe vano lo sforzo della scuola e dei docenti, poiché i 4 allievi non potrebbero mai essere scrutinati come studenti del CAT”.

E la conclusione della riflessione: “Questa è la vera situazione, ogni altra affermazione è non solo inconsistente ma anche offensiva per il gruppo dirigente del Vanvitelli che da anni sta cercando di evitare il peggio, anche con forzature poco ortodosse verso gli iscritti in altri Indirizzi. Solo per la cronaca: lo scorso anno ci siamo adoperati per sostenere l’Indirizzo CAT in evidente difficoltà pregressa, arricchendolo con un laboratorio multimediale offerto dal giovane Edoardo Cianciulli in onore di suo padre Guido, un tempo allievo del geometra ed ora ideatore di Acca software, l’azienda leader nei software per l’edilizia. Inutile dire che la cosa passò quasi in silenzio, e non vide nessun plauso da parte di chi oggi, donchisciottescamente, vuole difendere l’indifendibile. De Mita in un incontro sulla scuola organizzato dall’Area Pilota nella sede della Provincia, alla mia proposta di ripensare la rete scolastica e la distribuzione degli indirizzi, disse che avevo “disegnato il presepe”: oserei dire, magari! Tempo qualche anno ed anche il bambino Gesù si rifiuterà di nascere in una delle nostre grotte, considerato che i pastorelli scarseggiano ed anche il bue e l’asinello sono andati via”.

 

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